Esami, prova per la vita

Pasquale Almirante, La Sicilia 23.6.2013

Due giornate di scritto agli Esami di Stato non sono una gita, soprattutto in aule dove si soffoca, la tensione nervosa è forte e bisogna pure vigilare per non essere vigilati dai prof, la maggior parte dei quali tende a fare le cose per bene, almeno per premiare i meritevoli. I ragazzi, dopo l'ulteriore esame scritto, il cosiddetto quizzone, di domani, in un modo o nell'altro ce la stanno mettendo tutta, e il fatto stesso che si affannino per trovare le soluzioni ai temi, magari copiando, che abbiano preparato tesine, magari copiandole, dimostra che hanno ancora un certo rispetto per l'Istituzione che la scuola rappresenta.

Molta parte dell'ansia dei maturandi, ben oltre la notte prima degli esami, è infatti dovuta alla rappresentazione che la loro coscienza si è fatta della commissione, di questi docenti esterni, guidati da un presidente, che dall'altra parte della cattedra rappresentano lo Stato, il quale per ben 13 anni ha finanziato i loro studi, con tutte le tappe della formazione culturale e di cittadinanza, e ora vuole il resoconto del suo investimento. Per la prima volta nell'arco della loro vita, che poi è la fascia più importante dell'intero sviluppo umano, si stanno trovando di fronte, nei volti tangibili dei professori che li interrogano, tutto ciò che sulla Legge e i suoi rigori, coi premi e le punizioni, hanno inteso dire sui libri e dai loro insegnanti.

Agli esami si dovrà rispondere infatti sull'intero operato scolastico, dando pure prova di quanto si vale, di quanto con serietà e impegno si è lavorato, di ciò che si è appreso e quale merito si avrà nell'inserimento coerente con le attese dentro la società di tutti. Si chiude un ciclo insomma con le prove d'esame esatte dallo Stato, anche se è forse meglio dire che gli esami aprono una nuova fase, quella che in ogni civiltà tutti i giovani sono costretti ad affrontare per entrare nel mondo degli adulti. Per questo pensiamo che comunque i ragazzi siano alla fine più seri e coerenti degli adulti. Loro infatti pur toccando con mano, sulla pelle spesso dei familiari disoccupati o con stipendi miserabili o in abitazioni fatiscenti, che questo Stato ha poco dato, persino in termini di servizi, di strutture e personale, hanno la straordinaria speranza e la grande fiducia che l'Istituzione sia alla resa dei conti sempre seria e che comunque meriti ossequio.