Il ministro Carrozza su scuola e università:
assunzioni e fondi agli atenei

Il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza ha presentato in Parlamento le sue linee di programma: per lei appare fondamentale investire sulla scuola e la ricerca, lottare contro la dispersione scolastica e ripristinare il Fondo finanziamento delle Statali.

fanpage, 7.6.2013

Il ministro dell’Istruzione Maria Chiara Carrozza aveva già “minacciato” di lasciare se non si fosse investito nella scuola e ora, nel corso di un’audizione presso le Commissioni riunite del Senato e della Camera, ha espresso quali sono le linee del suo programma. Un programma che vede scuola, università e ricerca di nuovo in primo piano. Carrozza in Parlamento ha parlato della necessità di costruire nuove scuole, edifici che debbano essere sicuri per gli studenti, dunque del dovere di impegnarsi nella manutenzione ordinaria e straordinaria di circa 43mila strutture. Per quanto riguarda il personale scolastico è previsto un nuovo piano triennale di assunzioni ma anche, ha detto Carrozza, una valutazione “che non deve essere vista come una volontà di dare la pagella ai professori ma una necessità da parte della scuola di verificare gli esiti rispetto agli obiettivi definiti congiuntamente”. Un problema toccato dal ministro e sul quale è necessario intervenire è quello della enorme dispersione scolastica che affligge l’intero sistema.

300 milioni all’università - Poi l’università: la priorità del ministro del governo Letta è rimpinguare il Fondo di finanziamento ordinario degli atenei – decurtato in pochi anni del 15% – con 300 milioni. Inoltre bisogna implementare strumenti, regole e incentivi “che stimolino le università all’autofinanziamento”. Sul fronte studentesco vanno incrementati gli investimenti per le residenze universitarie e i fondi per il diritto allo studio universitario. Per Carrozza il rilancio della Ricerca scientifica dovrà poi passare attraverso la creazione di un sistema nazionale della ricerca e per farlo – ha detto – occorrono “un’incisiva semplificazione normativa e procedurale, il potenziamento e l’ammodernamento dei sistemi tecnologici e la trasparenza dell’azione amministrativa”.