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Scatti d’anzianità anche ai precari
Sette docenti vincono in tribunale

L’ha deciso il giudice del lavoro di Venezia con una sentenza che accoglie il ricorso contro il Ministero Saranno rimborsati complessivamente con 35 mila euro, ma da Roma è in arrivo il ricorso in appello

Francesco Furlan La Nuova Venezia, 17.1.2013

Ai docenti precari, così come avviene per i loro colleghi di ruolo, vanno riconosciuti gli scatti di anzianità maturati. L’ha deciso il giudice del lavoro di Venezia, Chiara Coppetta, nella recente sentenza con la quale accoglie il ricorso contro il Ministero dell’Istruzione presentato da sette docenti precari seguiti dall’avvocato Alberto Checchetto dello studio legale Olivetti-Scopinich per il riconoscimento ai fini giuridici ed economici dell’anzianità maturata in tutti i servizi non di ruolo prestati e il conseguente diritto a essere collocato nel giusto livello di stipendio.

Ai sette docenti veneziani il ministero dell’Istruzione dovrà versare 35 mila euro - con somme comprese tra 1.533 e 9.015 euro - anche se è certo che sarà presentato ricorso in appello. Insomma, i sette docenti hanno vinto la battaglia ma non ancora la guerra.

La sentenza è tra le prime successive alla sentenza della Corte di Cassazione (la numero 10127) del 20 giugno scorso che escludeva stabilizzazione, risarcimento del danno e riconoscimento degli scatti d’anzianità per i docenti precari. «In qualche modo questa è una sentenza pilota», spiega Fabio Barina di Gilda Venezia, sindacato che ha patrocinato il ricorso, «e abbiamo almeno altri cento docenti precari pronti a presentare ricorso per il riconoscimento degli scatti di anzianità».

Nella sentenza, il giudice del lavoro, fa riferimento alle norme comunitarie (direttive 1999/1970) secondo le quali «i lavoratori a tempo determinato non possono essere trattati in modo meno favorevole dei lavoratori a tempo indeterminato a meno che non sussistano ragioni oggettive» così come da numerose sentenze della Corte di Giustizia dell’Unione.

Nel modo della scuola c’era il timore che l’orientamento della giurisprudenza in Italia, ormai consolidato in questa direzione, potesse virare dopo la sentenza della Cassazione.

«La decisione del giudice Coppetta», spiega l’avvocato Checchetto, «conferma l’equiparazione di condizione retributiva con i colleghi assunti a tempo determinato. Va considerato che i docenti precari sono assunti di anno un anno, generalmente da settembre a giugno, senza maturare alcun scatto di anzianità o aumenti retributivi. E c’è un parziale riconoscimento dell’anzianità solo quando il docente precario diventa di ruolo, e quindi assunto a tempo indeterminato». Sono decine i docenti precari che, per vedere riconosciuti gli scatti d’anzianità, si sono rivolti al tribunale.

La Uil, ad esempio, ha patrocinato nel 2011 la causa di 63 precari - docenti e personale Ata - che chiedevano l’immissione di ruolo e il riconoscimento del danno. Il giudice ha riconosciuto solo quest’ultimo, e poco prima di Natale sono arrivati i circa 700 mila euro complessivi riconosciuti ai ricorrenti.

«E ci sono altre 120 persone», spiega Michele Nudo della Uil scuola, «per le quali stiamo aspettando che venga fissata l’udienza». Sono invece 480 i precari che si sono rivolti alla Cisl e che per la maggior parte sono ancora in attesa di una risposta.

«Le prime trenta cause sono andate a buon fine in estate», spiega l’avvocato Renato Speranzoni, «e i giudici hanno riconosciuto scatti d’anzianità e risarcimento del danno, pari a 5 mensilità, ma, a parte il fatto che il ministero ha ricorso, per tutte, in appello, i giudici ora stanno spostando le cause in attesa di capire il nuovo orientamento della Corte di Giustizia europea, chiamata a rispondere anche sui ricorsi per l’immissione di ruolo».

«Siamo contenti per i colleghi» spiega Carlo Forte, della Cgil scuola «ma l’invito è a non spendere i soldi che otterranno, perché in appello il Ministero potrebbe vincere. Il nodo dei precari va comunque risolto più per via politica che per via giudiziaria».