Scuola, iscrizioni online:
"300mila famiglie dovranno rifarle"

Perchè il 20% degli istituti tornerà presto autonomo

  dall'ANSA, 24.1.2013

ROMA - Almeno 300 mila iscrizioni a scuola sono illegittime e dovranno essere riformulate perche', come sottolineato di recente dalla Corte Costituzionale (sentenza n. 147/12) il 20% cento degli istituti sono stati immotivatamente soppressi o accorpati dal Miur. E' quanto sostiene l'Anief. L'associazione nei giorni scorsi ha scritto ai governatori di tutte le regioni per chiedere spiegazioni sulla mancata applicazione della sentenza della Consulta, ''che ha sottratto all'amministrazione centrale la potesta' sul dimensionamento scolastico e affidato proprio alle regioni il potere decisionale sulla materia'' Ora intende rivolgersi ai Tribunali amministrativi regionali. Secondo Marcello Pacifico, presidente dell'Anief, quella di iscrivere di nuovo i propri figli in istituti diversi dagli attuali e' quindi ''molto piu' che una eventualita'''. ''Saranno i giudici - spiega Pacifico - a cassare quello su cui il premier Monti e il suo esecutivo all'ultimo momento hanno deciso di soprassedere: sto parlando dei decreti di rideterminazione della rete scolastica (in particolare il c. 4, art. 19, della Legge 111/11) attraverso cui l'ultimo governo Berlusconi aveva illegittimamente deciso, senza l'indispensabile parere della Conferenza Stato-Regioni, di sopprimere dall'anno scolastico in corso ben 2.611 istituti pubblici. Quanto accaduto e' ancora piu' grave, dal momento che il governo e' di fatto ritornato sui propri passi, stralciando quanto riportato nel disegno di legge di stabilita' presentato a ottobre dallo stesso esecutivo: il comma 36 dell'art. 1, infatti, prendeva atto della decisione della Corte costituzionale e preannunciava una nuova intesa Stato-Regioni per l'attuazione di un nuovo dimensionamento in base al numero di 900 alunni per le scuole di ogni ordine e grado, precisando che valeva soltanto per l'a.s. 2012/13 quanto previsto dal c. 5, art. 19 dalla stessa L. 111/11 per le scuole superiori dove, peraltro, doveva essere disciplinata la reggenza e non la soppressione indebita di 236 scuole superiori''. Il risultato, secondo l'Anief, e' che nell'anno scolastico in corso ci sono 2.611 scuole soppresse illegittimamente: 1.404 appartengono all'infanzia, sono primarie e circoli didattici, 2.375 nel primo ciclo di istruzione, 39 istituti professionali, 174 istituti tecnici e 23 licei. Quasi la meta' dei tagli al Sud in Campania, Sicilia, Puglia e Calabria, anche il Lazio a quota meno 300 istituti.

PANTALEO: SI CONSENTANO QUELLE CARTACEE - Si lasci aperta per tutti la possibilita' di effettuare l'iscrizione a scuola secondo le modalita' tradizionali. Lo chiede il segretario generale della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo che sulla questione delle iscrizioni ha scritto a Profumo stamani auspicando risposte ''urgenti'' ed ''efficaci''. ''E' sicuramente positivo aver risolto le difficolta' di iscrizione per i figli degli immigrati senza permesso di soggiorno. Ma, contrariamente a quanto afferma il Ministero dell'Istruzione, i problemi non sono affatto risolti. Continuano a emergere: oltre agli immigrati, ai figli di genitori ex conviventi ora separati, segnaliamo anche - afferma Pantaleo - i bambini per i quali la procedura di adozione non sia ultimata e che quindi non sono ancora in possesso del codice fiscale. Ribadiamo e reiteriamo la nostra richiesta di lasciare aperta per tutti la possibilita' di effettuare l'iscrizione secondo le modalita' tradizionali. Per tutti, sottolineiamo con forza, e non solo - osserva il sindacalista - per particolari categorie che il sistema informatico non e' in grado di riconoscere, altrimenti il ricorso al cartaceo si tradurrebbe in una sorta di stigma e/o di discriminazione''. Per il leader della Flc, i processi di dematerializzazione, in un sistema democratico, ''devono funzionare a garanzia dei principi di universalita', di inclusione, di non discriminazione''. ''Se per riuscirci occorre spendere un po' piu' di tempo e risorse - aggiunge - occorre trovare l'uno e le altre. Certo quei principi e i diritti che ne conseguono non possono essere sacrificati sull'altare di una presunta modernita' tecnologica; sarebbe una tragica confusione - conclude - tra mezzi e fini''.