10 interventi per la crescita.
Il programma elettorale
di Fermare il
declino
gennaio 2013
-
Ridurre
l'ammontare del debito pubblico
-
Ridurre la
spesa pubblica di almeno 6 punti percentuali del PIL nell'arco
di 5 anni
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Ridurre la
pressione fiscale complessiva di almeno 5 punti in 5 anni
-
Liberalizzare rapidamente i settori ancora non pienamente
concorrenziali
-
Sostenere i
livelli di reddito di chi momentaneamente perde il lavoro
anziché tutelare il posto di lavoro esistente o le imprese
inefficienti
-
Adottare
immediatamente una legislazione organica sui conflitti
d'interesse
-
Far
funzionare la giustizia
-
Liberare le
potenzialità di crescita, lavoro e creatività dei giovani e
delle donne
-
Ridare alla
scuola e all'università il
ruolo, perso da tempo, di volani dell'emancipazione
socio-economica delle nuove generazioni
-
Introdurre
il vero federalismo con l'attribuzione di ruoli chiari e
coerenti ai diversi livelli di governo
1
Ridurre l'ammontare del debito pubblico. E' possibile scendere
rapidamente sotto la soglia simbolica del 100% del PIL anche
attraverso alienazioni del patrimonio pubblico, composto sia da
immobili non vincolati sia da imprese o quote di esse.
Approfondimento
2
Ridurre la spesa pubblica di almeno 6 punti percentuali del PIL
nell'arco di 5 anni. La spending review deve costituire il primo
passo di un ripensamento complessivo della spesa, a partire dai
costi della casta politico-burocratica e dai sussidi alle imprese
(inclusi gli organi di informazione). Ripensare in modo organico le
grandi voci di spesa, quali sanità e istruzione, introducendo
meccanismi competitivi all’interno di quei settori. Riformare il
sistema pensionistico per garantire vera equità inter—e intra—generazionale.
Approfondimento
3
Ridurre la pressione fiscale complessiva di almeno 5 punti in 5
anni, dando la priorità alla riduzione delle imposte sul reddito da
lavoro e d'impresa. Semplificare il sistema tributario e combattere
l'evasione fiscale destinando il gettito alla riduzione delle
imposte.
4
Liberalizzare rapidamente i settori ancora non pienamente
concorrenziali quali, a titolo di esempio: trasporti, energia,
poste, telecomunicazioni, servizi professionali e banche (inclusi
gli assetti proprietari). Privatizzare le imprese pubbliche con
modalità e obiettivi pro-concorrenziali nei rispettivi settori.
Inserire nella Costituzione il principio della concorrenza come
metodo di funzionamento del sistema economico, contro privilegi e
monopoli d'ogni sorta. Privatizzare la RAI, abolire canone e tetto
pubblicitario, eliminare il duopolio imperfetto su cui il settore si
regge favorendo la concorrenza. Affidare i servizi pubblici, incluso
quello radiotelevisivo, tramite gara fra imprese concorrenti.
Approfondimento
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Agricoltura
5
Sostenere i
livelli di reddito di chi momentaneamente perde il lavoro anziché
tutelare il posto di lavoro esistente o le imprese inefficienti.
Tutti i lavoratori, indipendentemente dalla dimensione dell'impresa
in cui lavoravano, devono godere di un sussidio di disoccupazione e
di strumenti di formazione che permettano e incentivino la ricerca
di un nuovo posto di lavoro quando necessario, scoraggiando altresì
la cultura della dipendenza dallo Stato. Il pubblico impiego deve
essere governato dalle stesse norme che sovrintendono al lavoro
privato introducendo maggiore flessibilità sia del rapporto di
lavoro che in costanza del rapporto di lavoro.
6
Adottare immediatamente una legislazione organica sui conflitti
d'interesse. Imporre effettiva trasparenza e pubblica verificabilità
dei redditi, patrimoni e interessi economici di tutti i funzionari
pubblici e di tutte le cariche elettive. Instaurare meccanismi
premianti per chi denuncia reati di corruzione. Vanno allontanati
dalla gestione di enti pubblici e di imprese quotate gli
amministratori che hanno subito condanne penali per reati economici
o corruttivi.
7
Far funzionare la giustizia. Riformare il codice di
procedura e la carriera dei magistrati, con netta distinzione dei
percorsi e avanzamento basato sulla performance; no agli avanzamenti
di carriera dovuti alla sola anzianità. Introdurre e sviluppare
forme di specializzazione che siano in grado di far crescere
l'efficienza e la prevedibilità delle decisioni. Difendere
l'indipendenza di tutta la magistratura, sia inquirente che
giudicante. Assicurare la terzietà dei procedimenti disciplinari a
carico dei magistrati. Gestione professionale dei tribunali
generalizzando i modelli adottati in alcuni di essi. Assicurare la
certezza della pena da scontare in un sistema carcerario umanizzato.
Approfondimento
8
Liberare le potenzialità di crescita, lavoro e creatività
dei giovani e delle donne, oggi in gran parte esclusi dal mercato
del lavoro e dagli ambiti più rilevanti del potere economico e
politico. Non esiste una singola misura in grado di farci
raggiungere questo obiettivo; occorre agire per eliminare il
dualismo occupazionale, scoraggiare la discriminazione di età e
sesso nel mondo del lavoro, offrire strumenti di assicurazione
contro la disoccupazione, facilitare la creazione di nuove imprese,
permettere effettiva mobilità meritocratica in ogni settore
dell’economia e della società e, finalmente, rifondare il sistema
educativo.
9
Ridare alla scuola e
all'università il ruolo, perso da tempo, di volani
dell'emancipazione socio-economica delle nuove generazioni. Non si
tratta di spendere di meno, occorre anzi trovare le risorse per
spendere di più in educazione e ricerca. Però, prima di aggiungere
benzina nel motore di una macchina che non funziona, occorre farla
funzionare bene. Questo significa spendere meglio e più
efficacemente le risorse già disponibili. Vanno pertanto introdotti
cambiamenti sistemici: la concorrenza fra istituzioni scolastiche e
la selezione meritocratica di docenti e studenti devono trasformarsi
nelle linee guida di un rinnovato sistema educativo. Va abolito il
valore legale del titolo di studio.
10
Introdurre il vero federalismo con l'attribuzione di
ruoli chiari e coerenti ai diversi livelli di governo. Un
federalismo che assicuri ampia autonomia sia di spesa che di entrata
agli enti locali rilevanti ma che, al tempo stesso, punisca in modo
severo gli amministratori di quegli enti che non mantengono il
pareggio di bilancio rendendoli responsabili, di fronte ai propri
elettori, delle scelte compiute. Totale trasparenza dei bilanci
delle pubbliche amministrazioni e delle società partecipate da enti
pubblici con l'obbligo della loro pubblicazione sui rispettivi siti
Internet. La stessa "questione meridionale" va affrontata in questo
contesto, abbandonando la dannosa e fallimentare politica di sussidi
seguita nell'ultimo mezzo secolo.