Monti: "Non riconsegniamo
l'Italia agli incapaci"

di Pasquale Almirante La Tecnica della Scuola, 20.1.2013

"Non possiamo rimettere l'Italia nelle mani degli incapaci che l'hanno portata al novembre 2011. La vecchia politica non deve tornare". E' quanto dice Mario Monti in una lunga intervista al direttore del Corriere della Sera, Ferruccio De Bortoli. Ma sulla incapacità a governare la scuola, il prof Monti non ha nulla da dire?

Ed è comprensibile che il premier non dica nulla sulla scuola, come se il problema non esistesse e come tutto sia possibile consumarlo sull’altare dell’economia, dello spread, dell’Imu e delle tasse, compresa la preoccupazione di tutti sulla tragicità dei livelli raggiunti della disoccupazione.

Ma anche la dispersione e gli abbandoni sono problemi su cui occorrerebbe riflettere e rispondere, perché di tutti questi ragazzi che scompaiono dalle anagrafi scolastiche sarebbe il caso di sapere dove vanno e quale altra scuola frequentano che non sia la strada, la delinquenza organizzata, il lavoro nero, lo sfruttamento e persino pure la prostituzione, come con troppa frequenza anche noi pubblichiamo.
Neanche noi vogliamo incapaci al governo e nemmeno corrotti o intellettuali di presunto altro bordo che confondono i tunnel con le traversine dei binari o che mettono a dirigere i telegiornali le vestali dei loro conventi, in modo da giustificare malefatte e imbrogli nella fantasia spesso turbata dell’opinione pubblica che ormai non sa più a chi rivolgersi.

Non vogliamo incapaci al Miur soprattutto e non vogliamo rivoluzioni epocali fatte scoppiare dentro i bicchieri appannati dalla demagogia, mentre la scuola va a picco e gli insegnanti devono lottare perfino per procacciarsi i fogli dove scrivere il compito da assegnare.

Non vogliamo incapaci che, per giustificare le loro incapacità feroce, distinguono ancora le scuole fra Nord e Sud, fra docenti del Sud e del Nord e persino fra precari del Nord e del Sud come se il lavoro e la laurea e la professionalità avessero residenze e appartenenze, luoghi di eccellenza e luoghi di depressione, luoghi di merito e luoghi di ignominia.

Chi è dunque capace di riportare la scuola e l’istruzione al centro dell’attenzione dell’agenda del nuovo governo? Chi ha a cuore la cultura? Dove e con quali strumenti intende riportarci in Europa con quella dignità, altissima, che abbiamo un tempo avuto?

Certamente non vogliamo gli incapaci che hanno consentito la fuga, disperata e ignominiosa, di tante intelligenze nel mondo dove, a spese degli italiani, hanno portato conoscenze e innovazioni, scoperte e ricchezza, con una equazione che dovrebbe fare inorridire gli elettori: paghiamo per arricchire gli altri Stati.

Ecco, di questi incapaci non ne vorremmo più, ma rivolgendoci ai capaci chiediamo loro di dirci cosa intendono fare per recuperare, per riportare equilibrio e speranza, prospettive e benessere, lavoro e serenità per crescere liberi e in pace, a iniziare dall’istruzione.