Pensioni censurate: precari e partite Iva,
l'Inps ruba il futuro in busta paga.
Parla Anna Soru (Acta)

"Ci bastonano senza pudore ormai. E sono ben consapevoli che scatterebbe la rivolta sociale, per cui è meglio stare zitti". La Rete, come ha scritto anche Cristina Maccarrone su Walkonjob sta diffondendo a ritmo vertiginoso la dichiarazione di Antonio Mastrapasqua, presidente dell'Inps, che a margine di un convegno ha detto: "Se dovessimo dare la simulazione della pensione ai parasubordinati rischieremmo un sommovimento sociale".

di Eleonora Bianchini Interne e Politica, 12.10.2010

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Questo è o sarà a breve un fatto politico che, lungi il catastrofismo apocalittico, causerà sommosse di piazza. I contributi degli iscritti alla gestione separata dell'Inps nella quale rientrano, fra gli altri, collaboratori a progetto e liberi professionisti stanno pagando contributi per ripianare i buchi dell'istituto di previdenza e pagare le pensioni di oggi. Ovvero di chi, prima della riforma, era a regime retributivo. I sindacati difendono i loro iscritti e tacciono sulla dichiarazione di Mastrapasqua. Noi abbiamo approfondito lo scenario insiema ad Anna Soru, Presidente di Acta, Associazione Consulenti Terziario Avanzato.

"La situazione è drammatica per tutti quelli iscritti alla gestione separata, sia collaboratori che partite Iva", spiega Anna. "In qualche modo siamo tutti precari".
 

Cosa pensi delle dichiarazioni di Mastrapasqua?

Ha confermato quello che diciamo da sempre. Ma credevamo che quanto meno sopravvivesse ancora il pudore.

E' sorprendente che nessuno reagisca. Non c'è la consapevolezza di quello che spetta con la gestione separata. Nei mesi scorsi abbiamo fatto una campagna per richiedere l'invio della busta arancione (che fornisce una proiezione annuale della pensione totale maturata da ogni lavoratore, ndr) ai liberi professionisti. Anche Sacconi aveva garantito l'invio a giugno, ma non si è visto nulla. Poi è arrivata la smentita dell'Inps che non prometteva più le proiezioni ma il conteggio di quanto era stato versato.
 

L'Inps ha comunicato infatti di fornire user e password per verificare online i contributi versati.

Anche questa strategia è solo un deterrente per insabbiare l'informazione. Tanti per pigrizia non vanno sul sito, ma aprono la posta che arriva a casa. E ripeto, le informazioni che vengono fornite dal sito sui contributi versati non sono leggibili in termini pensionistici.
 

I sindacati hanno reagito?

No, non hanno fatto nulla. Difendono i tesserati, chi è già in pensione o chi deve andarci. E che ha la gestione separata e ricade nel sistema contributivo generalmente non è iscritto.

Quindi a chi rivolgersi?

Acta sta valutando cosa fare, certamente useremo la Rete. Mastrapasqua sa benissimo che scoppierebbe la rivolta sociale se i lavoratori fossero informati. La proposta di Cazzola e Treu vuole modificare in senso migliorativo la riforma delle pensioni. Il fatto è che hanno risolto il problema del bilancio dell'Inps nelle nostre tasche. Non puoi chiedere il 26% di contributi se in cambio riceverai una pensione ridicola.
 

La riforma delle pensioni è stata il punto di rottura.

Sì, il nostro sistema è passato da retributivo a contributivo. Adesso è proporzionale a quanto hai versato, ma i coefficienti sono molto bassi e la rivalutazione è legata al Pil, peggiorato ora con la recessione. Per intenderci, anche se hai versato una cifra cospicua, la pensione lorda sarà intorno al 40% dell'ultimo reddito, nel peggiore dei casi al 30%.
 

Quindi tutti i lavoratori della gestione separata condividono lo stesso futuro pensionistico.

Sì. In particolare, tutti gli iscritti alla gestione separata rientrano nel regime contributivo. Negli anni Novanta, ai tempi della riforma, si pensava a un meccanismo per frenare la spesa pensionistica. Il risultato è che chi lavorava allora ha scaricato i costi sui lavoratori di oggi. I primi col nuovo regime andranno in pensione intorno al 2030. Quindi non fanno notizia e sono ancora meno numerosi, nonostante il trend in ascesa.
 

Negli altri paesi i lavoratori a gestione separata, però, riescono a fare proiezioni.

Sì, tutto è cominciato nei paesi del Nord. Sarebbe civile informare i lavoratori che almeno potrebbero pensare a una pensione integrativa. Certo, ma maggior parte non se lo può permettere visto che versa all'Inps il 26% dello stipendio.
 

In tanti hanno proposto in Rete di non pagare più i contributi.

Non è facile. Le multe sono carissime. O smetti di lavorare o paghi.