Daniela Sala
- Il Popolo della libertà depositerà in questi
giorni il suo programma. Su dieci punti, anticipa
Elena Centemero, responsabile scuola del Pdl, uno
sarà dedicato appunto alla scuola. Os.it l'ha
intervistata a proposito delle questioni e proposte
concrete del suo partito.
Partiamo dall'autonomia...
Innanzitutto noi non
partiamo dall'autonomia perché ci sembrerebbe di partire dal ddl
Aprea e non credo che questo sia il punto centrale della nostra
scuola. Noi partiamo da un altro punto di vista e cioè che negli
ultimi dieci anni la scuola è stata riformata completamente e ora ha
bisogno di consolidamento e non di ulteriori riforme. E ha bisogno
di una dimensione più europea, quindi implementazione ulteriore
delle raccomandazioni europei, a partire dalle competenze chiave.
In particolare bisogna investire perché scuola ha come centro
formazione studenti e l'occupabilità, che significa sviluppare un
rapporto tra il territorio in tutte le sue accezioni e la scuola,
intesa come rete di scuole. All'interno del regolamento
dell'autonomia c'è già uno spazio per l'inserimento nella vita
sociale di un impulso ulteriore rispetto allo stage e alternanza
scuola lavoro. Tutto questo si deve accompagnare ad una
progettualità forte dei progetti da parte delle scuole.
Che cosa intende?
La scuola deve diventare un nucleo centrale della progettazione
didattica e formativa. In questo senso va pensata anche una
modifica della legge Fornero. Potenziando sperimentazioni come
quella dell'introduzione di sportelli di placement nelle scuole.
Infine è necessario incentivare la mobilità dei giovani.
Per quanto riguarda l'autonomia, quale strada pensate di seguire?
Proporremmo
innanzitutto una riforma della legge 440, il finanziamento delle
autonomie scolastiche che è stato decurtato da tutti i governi. Non
si può parlare di autonomia senza autonomia delle risorse. Inoltre
serve un organico funzionale. E poi ci vuole una vera dirigenza.
Infine c'è il sistema di valutazione, già introdotto peraltro da
Gelmini.
A questo proposito intendete seguire l'iter tracciato da Profumo?
L'idea è partire da
un'autovalutazione degli istituti, seguita da una valutazione
esterna.
Tramite quali strumenti?
Noi parliamo di una
valutazione a tre gambe attraverso un organo esterno alla scuola.
D'altra parte l'Invalsi va mantenuto e vanno sempre di più sostenute
le modalità di benchmarking, cioè di miglioramento attraverso il
confronto con gli altri.
Come si legano a finanziamenti alle scuole e valutazione?
Concordo con il fatto
che i finanziamenti non possono essere erogati a pioggia, ma devono
servire a incentivare le scuole che hanno la migliore offerta
formativa. Bisogna però stabilire criteri di valutazione che tengano
conto delle differenze: abbiamo scuole che sono dei presidi sul
territorio, ad esempio, o con un alta percentuale di stranieri e non
si può pensare che si adeguino agli stessi parametri. Il fine deve
essere comunque l'inclusione sociale.
Passiamo al reclutamento dei docenti. Che
proposte avete in mente?
Per quanto riguarda il
problema del precariato è giusto che sia reintrodotto il sistema dei
concorsi che non possono essere ogni 12 anni ma non devono nemmeno
creare ulteriore precariato. E Gae devono essere progressivamente
esaurite rinnovando il piano triennale di immissione. D'altra parte
è giusto che chi è in graduatoria ad esaurimento possa scavalcare
chi lo precede attraverso un concorso.
Abbiamo poi bisogno di giovani che possano accedere da subito. E a
questo proposito sono curiosa di vedere chi saranno i vincitori di
questo concorso.
Per quanto riguarda i dirigenti, ipotizzate un percorso di formazione ulteriore per una figura così delicata?
Beh chi ha vinto
l'ultimo concorso ha fatto una formazione al Ministero. E comunque
stiamo entrando troppo nel merito.
Il punto è che la scuola ha bisogno ora di un assestamento.
Passiamo al sostegno, ipotizzate riforme?
Bisogna partire dalla
realtà: noi non possiamo fare il libro dei sogni come fanno altre
forze politiche. Ci sono esuberi notevoli, per cui serve una
riflessione profonda per capire qual è la strada da seguire
compatibile con i dati reali. Ci siamo opposti alla riconversione
sul sostegno, ma comunque le cose impossibili non si possono fare.
Quale la vostra posizione riguardo all'aumento dell'orario dei docenti?
Ci siamo battuti perché
il ruolo dei docenti fosse riconosciuto. Il governo Monti ha fatto
passare un messaggio deleterio, ovvero che gli insegnanti lavorano
poco. Questo provvedimento non poteva essere fatto così.
Ma andava fatto?
Credo che in ogni caso
si debba partire dal presupposto che gli insegnanti non lavorano
solo 18 ore.
Ultima questione: i tagli.
La scuola non può subire ulteriori tagli: si riqualifichi piuttosto la spesa pubblica.