Un anno di meno a scuola

Pasquale Almirante, La Sicilia 27.1.2013

Il risparmio previsto sarebbe di circa 1.380 milioni di euro se si portasse il percorso di studio da 13 a 12 anni, se cioè la secondaria superiore passasse da 5 a 4 anni col il modello 2+2 invece, come è l'attuale, del 2+2+1. Il vecchio progetto, accarezzato dall'allora ministro dell'istruzione, Luigi Berlinguer, prende corpo nelle stanze del Miur, dove il ministro Profumo a settembre ha chiesto a un pool di esperti di rivedere la proposta che in questi giorni ha raggiunto il suo obiettivo. Il problema ormai classico del nostro Stato, e quindi dei governi futuri, è quello di tagliare le spese della pubblica amministrazione e, soprattutto, quelli della scuola che ormai dal 2007, col duo Tremonti-Gelmini, è sotto il mirino della sega potatrice.

E siccome ormai non c'è proprio dove andare, se si esclude l'idea di aumentare il carico orario dei professori a parità di stipendio, si sta pensando a questa singolare limatura, ma col perenne alibi che «bisogna adeguarsi all'Europa» dove il percorso di studio si conclude a 18 anni. Si potrebbe però fare iniziare il percorso a 5 anni, in modo da fare uscire i ragazzi da scuola a 18, salvando così capre e cavoli ma, a parere dei tecnici, la strada sarebbe impraticabile perché avrebbe diverse "controindicazioni" pedagogiche, mentre costringerebbe i ragazzi delle medie a scegliere il percorso superiore a un'età non matura e quindi poco consapevole delle scelte future.

Da qui l'unica soluzione possibile sarebbe proprio quella di tagliare i 5 delle superiori, portandoli a 4 anni. Resterebbe però in sospeso il problema degli esuberi che si verrebbero a creare, ma che a parere del pool dei tecnici del ministro potrebbero andare a formare un organico funzionale alla scuola, col compito di supporto alla didattica, ma fino a quando questi docenti non verrebbero collocati in pensione: e poi?

Ma se i tecnici di Profumo hanno tanto elaborato, dovrebbero pure dire che fine farebbe la riforma "epocale" di Gelmini che, non solo ha ridotto strumentalmente le ore in tutti gli ordini di scuola, ma ha anche imposto nuovi programmi spalmati nei 5 anni delle superiori che, con questa nuova uscita, dovrebbero essere ripresi. Un problema non di poco conto e che impegnerebbe un iter parlamentare lungo e tormentato, assieme a una nuova falcidia di posti a danno dei precari. Ma a parte questo, avrebbe un beneficio serio per migliorare l'apprendimento dei ragazzi? Questo è l'interrogativo.