Tfa speciali, è l’ora della verità di Alessandro Giuliani La Tecnica della Scuola, 5.2.2013 Il 6 febbraio la commissione Cultura della Camera dovrà esprimere il suo parere sui corsi predisposti dal Miur per far abilitare il personale precario con almeno tre annualità. Il sì unanime dei giorni scorsi a Palazzo Madama non deve illudere i 60mila interessati al provvedimento: diversi onorevoli si sono infatti espressi negativamente. Se il via libera non dovesse arrivare, l’ultima parola spetterà comunque a Profumo: ricevuto l’assenso dalla Corte dei Conti, potrebbe farli partire per motivi di urgenza. E stavolta avrebbe anche il benestare dei sindacati. Per i Tfa speciali è giunta l’ora della verità: il 6 febbraio è stata infatti calendarizzata l’attesa riunione della commissione Cultura della Camera dei Deputati, che dovrà esprimere il suo parere sui corsi predisposti dal ministero dell’Istruzione per far abilitare il personale precario con almeno tre annualità. Si tratta di un appuntamento molto sentito: ai corsi sarebbero interessati tra i 50mila e i 60mila precari. Come preannunciato e approfondito sul numero 11 cartaceo e on line de "La Tecnica della Scuola", il voto positivo e unanime della commissione analoga di Palazzo Madama non deve far illudere. Nei giorni scorsi diversi onorevoli hanno infatti espresso le loro perplessità sull’approvazione del regolamento, indispensabile modificare le norme vigenti sulla formazione in entrata previste dal D.M. 249/2010. Forti perplessità sono state espresse dalla Lega. E anche il Pd non è sembrato così compatto. In tanti preferirebbero attendere lo scioglimento delle Camere. Un progetto che però si tradurrebbe, però, in una bocciatura del progetto ministeriale di avviare e concludere i Tfa speciali nel corso di quest’anno scolastico. E mettere così nelle condizioni gli idonei di partecipare, al pari di coloro che supereranno con successo i Tfa ordinari, i prossimi concorsi a cattedra. Tra coloro che osteggiano la loro attivazione ci sarebbero proprio gli abilitandi che hanno appena iniziato i Tfa ordinari, spalleggiati dall’Associazione Docenti Italiani ha anche dato sostegno ad una diffida formale contro dei corsi definiti “dequalificanti sanatorie, che sviliscono la professione, riproducono precariato e annullano qualsiasi tentativo di programmazione”. Oltre che i precari abilitati. Se i tirocini riservati saltassero si lascerebbero infatti alle spalle decine di migliaia di precari “concorrenti”. E siccome siamo in piena campagna elettorale, sono influenze non proprio marginali. Secondo Giorgio Mottola, responsabile nazionale settore Scuola Futuro e Libertà, “la bozza era conosciuta da tutti”. Eppure “‘se i pareri non sono vincolanti e il Ministro può farne a meno’ viene da chiedersi perché mai sono trascorsi 8 mesi?”. Per Mottola è quindi “strano che solo adesso si voglia più tempo per riflettere”. Per Jole Santelli (Pdl) "il governo Monti si appresta a varare l'ennesima sanatoria ai precari della scuola. Un regalo alle pressioni dei precari e dei sindacati, l'ennesimo calcio in faccia alle nuove generazioni". Contrario è anche l’on Giovanni Bachelet (Pd), secondo cui l’approvazione equivale a “un condono che ingrosserebbe le fila dei docenti inclusi nelle graduatorie d’istituto”. Una posizione, la sua, in contrasto con componenti del suo stesso partito. Ad iniziare dal presidente della commissione Cultura, Manuela Ghizzoni, secondo cui il parere dell’organismo non sarebbe indispensabile: "il Governo, assumendosene la responsabilità politica, può comunque procedere all'adozione definitiva del provvedimento anche in assenza del parere delle Commissioni, una volta decorsi i termini". La tesi della Ghizzoni è confutata dal Miur: interpellato dalla Tecnica della Scuola, un dirigente ministeriale dichiara che “se la commissione della Camera dovesse dare parere negativo, il ministro Profumo potrebbe comunque adottare il provvedimento”. Non prima di avere avuto, comunque, il sì dalla Corte dei Conti. Che però sarebbe già stata informata da tempo e non sembra costituire un problema. A favore dei Tfa speciali si schierano anche i sindacati. Nelle ultime ore si è espresso a difesa del provvedimento Massimo Di Menna, segretario generale Uil Scuola, secondo il quale “non c’è nessuna ragione per cui la Commissione Cultura della Camera, convocata per il prossimo 6 febbraio, non esprima il proprio parere. Al Ministro – continua Di Menna - compete emanare rapidamente il decreto. Il provvedimento, infatti, predisposto dal Governo, ha opportunamente previsto ai fini del conseguimento dell’abilitazione l’esperienza pluriennale maturata nelle attività didattiche”. Per il sindacalista della Uil “questa esperienza ha consentito il funzionamento della scuola oltre ad aver rappresentato un momento di crescita professionale, aspetti che non possono essere disconosciuti”. Di Menna si sofferma anche sul fatto che “sarebbe stato necessario, come proposto allora dalla Uil, bandire i concorsi ordinari per i posti dove sono esaurite le graduatorie, nel momento in cui sono state bloccate le Siss. Ciò al fine di attivare un reclutamento efficace e garantire stabilità evitando il riformarsi di ulteriore precariato”. Per il leader del sindacato confederale, in conclusione, l’assenza di una buona politica non può danneggiare chi ha garantito funzionamento delle scuole e che comunque prima di essere assunto dovrà sottoporsi ad una selezione concorsuale”. Sulla questione Tfa speciali è intervenuta pure l’Anief, che ha esortato “gli onorevoli che fanno parte della Commissione a fare il loro dovere fino in fondo, anche a pochi giorni dallo scioglimento delle Camere. In modo che il Ministro Francesco Profumo possa sicuramente firmare il decreto di avvio dei corsi di abilitazione alla professione di insegnante, prima che decada dal suo ruolo”. “Nell’eventualità contraria, qualora il parere fosse eluso per mancanza del numero legale o, peggio ancora, negativo – sostiene Marcello Pacifico, presidente Anief - non si farebbe altro che alimentare l’ennesima ‘guerra tra poveri’”. Per evitare diatribe tra gli iscritti al Tfa ordinario e quello speciale, l’Anief ha anche indicato la strada al Miur: “far inserire nelle graduatorie ad esaurimento, contrariamente a quanto è previsto oggi dalla normativa, anche tutti coloro che conseguiranno l’abilitazione tramite i Tfa. Con la possibilità, analogamente con quanto avveniva per i corsi universitari Ssis, di conferire tre punti di maggiorazione a coloro che svolgono il più impegnativo Tfa ordinario”. Sempre per adottare la politica delle pari opportunità, rispetto a questi ultimi abilitati, l’Anief si rivolge infine alla Commissione Cultura della Camera, perché indichi “al Miur la necessità di ridurre a 360 giorni il servizio minimo necessario per accedere ai prossimi Tfa speciali abilitanti. Ciò eviterebbe, tra l’altro, l’avvio di un contenzioso presso i tribunali della Repubblica”, minaccia il sindacato degli educatori in formazione. Insomma, le interpretazioni sono davvero tante e diversificate. Tanto che per più di qualcuno l’incontro tra i componenti della VII commissione, a seguito delle troppe pressioni, potrebbe anche saltare. |