Piano nazionale scuola digitale/2: da TuttoscuolaNews, n. 573 18.2.2013 “Ci troviamo di fronte ad un progetto ambizioso”, dichiara a Tuttoscuola la dottoressa Giuliana Pupazzoni, direttore generale dell’ufficio scolastico della Liguria, che “impone di offrire ai dirigenti scolastici e al personale docente opportunità di formazione in servizio volte alla promozione di un approccio alla didattica interattiva e al passo con i tempi”. La scuola, precisa a Tuttoscuola Giuseppe Desideri, presidente dell’associazione dei maestri cattolici (AIMC), “deve recuperare la piena partecipazione dei giovani con l’innovazione tecnologica, che non è una moda passeggera. Il cambiamento dei comportamenti di apprendimento non dipende strettamente dal contesto scolastico come è stato per la didattica modulare, per obiettivi perché in questo caso è il contesto esterno che è cambiato o sta cambiando rapidamente”. “In questa azione” - aggiunge Massimo Di Menna, segretario generale del sindacato UIL-scuola “va incluso anche il personale che opera nelle segreterie delle istituzioni scolastiche perché è altrettanto fondamentale elevarne il livello di competenza e di efficienza”. A questo scenario il mondo dell’impresa di settore - sottolinea a Tuttoscuola l’ingegnere Ernesto D’Alessandro, Supervisor Samsung Electronics Italia - “presta grande attenzione all’Agenda Digitale della Scuola e vuole fare la propria parte con un concorso di intenti realistici e coraggiosi. In particolare Samsung Smart School è orgogliosa di poter contribuire al processo di costruzione di un nuovo modello di scuola. La tecnologia non deve sottrarre spazio al docente che deve essere posto in grado di adattare lo strumento alle proprie scelte. Va contrastata l’idea che le ITC possano sostituire alla lunga i docenti”. Ma sul piano nazionale di scuola digitale grava tuttavia più di un’incognita a partire dalla disponibilità di una rete a banda larga quanto mai necessaria per l’azzeramento del digital divide, che interessa la gran parte delle istituzioni scolastiche che non possono accedere ai collegamenti necessari. Il piano per l’azzeramento del digital divide oggi può contare su un finanziamento di 353,6 milioni di cui 30,4 milioni provenienti dal Piano Azione Coesione. Non molto, ma certamente in grado di avviare un’azione di rimonta da posizioni poco lusinghiere nelle graduatorie europee. |