La scuola nelle menzogne dei programmi elettorali di Massimo Rossi ReteScuole, 14.2.2013 A dieci giorni dalle elezioni politiche viene spontaneo a noi operatori della scuola di andare a vedere, anche per semplice curiosità, cosa promettono i vari partiti in corsa riguardo al nostro settore. E allora c’è da sbizzarrirsi e da destreggiarsi tra le promesse mirabolanti contenute nei vari programmi, e c’è anche da chiedersi il motivo per cui la scuola sia sempre al centro dell’interesse dei politici quando si avvicinano le elezioni, mentre quando sono passate tutto finisce nel dimenticatoio. Premetto quindi che non credo alle promesse di nessuno e sono certo che nessuno di questi zuccherini elettorali arriverà mai a compimento; tuttavia vale la pena di ricordarne qualcuno per misurare l’ipocrisia e la falsità dei nostri politici. In testa a questa classifica, con ampio vantaggio sugli altri, è ancora una volta il senatore Monti, il quale, dopo aver contribuito massicciamente al programma di risparmi e di tagli già in atto, vi ha aggiunto anche del suo, e non poco: ricordate la proposta di portare a 24 ore l’orario frontale dei docenti senza alcun aumento retributivo? Chi ha inserito quella sconcezza nella legge di stabilità? Forse qualcun altro se non il governo del sig. Monti? E adesso cosa fa il nostro eroe? Viene a prometterci che ci restituirà gli 8 miliardi tagliati in precedenza, aggiungendo che i docenti debbono essere valorizzati per la delicatezza e la responsabilità del loro lavoro. Ora, io lascio a chi legge il compito di immaginare l’orrore e l’indignazione che ogni persona seria che lavora nella scuola deve provare a sentirsi schernire in questa maniera. Costui è “salito” in politica e ha imparato ben presto il mestiere, un mestiere fatto di falsità e di odiosa sfacciataggine. Subito dopo Monti, che mi auguro non prenda neanche un voto dal mondo della scuola, ecco le proposte del Partito Democratico. Alcune di esse sono ineccepibili, come quella sull’edilizia scolastica, ma è da vedere se riusciranno a trovare i fondi per realizzarle. Globalmente però il programma di questo partito presenta alcuni residui ideologici molto pericolosi, come la riesumazione della vecchia idea sessantottina del biennio unico alle scuole superiori, oggi riproposta in un intervento sull’”Unità” di Vannino Chiti. Si tratta di una proposta demagogica che aumenterebbe ancora la massificazione e lo squallido egalitarismo che è una delle principali cause della deriva della nostra scuola e della demotivazione dei suoi operatori. Come è possibile far studiare le stesse materie e gli stessi argomenti ad alunni destinati agli istituti professionali e a quelli che andranno ai licei classico o scientifico, e diversificare gli studi solo negli ultimi tre anni? C’è da augurarsi che ci ripensino e ascoltino il parere di chi vive nella scuola e si rende conto che questo progetto è una vera sciocchezza, che finirebbe per distruggere quel poco di cultura che ancora rimane nella nostra scuola. E poi ne hanno detta anche un’altra, per bocca di Bersani in persona, quella di far svolgere il lavoro pomeridiano ai docenti negli stessi edifici scolastici. Ma io mi chiedo: pensano forse che noi attualmente non lavoriamo a casa, dato che ci vogliono far tornare a scuola oltre l’orario? Io sarei anche disposto ad adattarmici, ma mi dovrebbero dare uno studio personale, fornito di tutto il materiale, con cui potessi lavorare in modo efficace. E ai docenti che abitano lontano dalla sede scolastica ci hanno pensato? Ma non è finita. Lasciamo perdere le bestialità dette dal clown Beppe Grillo sulla scuola, che evidentemente (e si sente anche dal linguaggio che usa) non ha mai frequentato. Dice di voler sostituire i libri di testo con contenuti messi sul web. Forse non sa che, sciaguratamente, c’è chi ci ha già pensato a una simile idiozia, perché di questo si tratta: come è possibile far leggere su uno schermo di un computer opere di mille pagine o svolgere esercizi di matematica, latino o altro? Siamo nel campo della fantasia, o meglio della dabbenaggine più totale. Pura demagogia fantastica si trova poi nel programma di “Rivoluzione civile” (fa ridere anche il nome) di Ingroia, che si limita a riprendere le vecchie idee della sinistra radicale sbandierate nelle piazze ma prive di ogni possibilità di concretizzazione. Di per sé sarebbero allettanti: centralità della scuola pubblica, riduzione degli alunni per classe, ritorno delle cattedre inferiori a 18 ore, salario garantito ai disoccupati, “soluzione finale” del problema del precariato con l’immissione in ruolo di tutti gli aspiranti inclusi nelle graduatorie permanenti ecc. ecc. bla bla bla. Ma dove troverebbero i fondi per fare tutto questo, con buona pace degli altri settori della società? Ci manca solo che ci offrano anche una vacanza ad Acapulco, in hotel a 5 stelle, e siamo al completo. E poi accusano gli avversari di populismo! Mi pare che in campagna elettorale, dato il livello culturale e morale dei nostri politici, sia valido più che altrove il vecchio detto secondo cui il bue dà del cornuto all’asino! |