Boccia (Pd) conferma l’impegno del
Pd di P.A. La Tecnica della Scuola, 21.2.2013 Francesco Boccia, componente dell’Ufficio di Presidenza del Gruppo Pd alla Camera, in qualità di Segretario e Coordinatore delle Commissioni Economiche, torna a parlare degli “esodati della scuola”, cui è stato imposto che l’anno scolastico termina non il 31 agosto bensì, incredibilmente, il 31 dicembre. Il deputato del Pd ha ribadito che l’errore tecnico, che ha impedito ai lavoratori della scuola interessati di andare in pensione con le vecchie regole, errore già segnalato da oltre un anno da Mariangela Bastico, Manuela Ghizzoni e Francesca Puglisi, dovrà essere corretto dal prossimo governo nazionale. Ecco il testo di Francesco Boccia. Una riforma pensionistica che è intervenuta su un sistema che era già sostanzialmente in equilibrio nel lungo periodo (parola del Presidente dell'INPS Mastrapasqua), innalzando bruscamente di cinque-sei anni il limite per l’accesso alla pensione e il passaggio immediato al sistema contributivo, senza prevedere alcuna forma di graduale avvicinamento a tali obiettivi, non poteva non produrre guasti sociali e gravi problemi per intere categorie di lavoratori ormai prossimi ai requisiti per il pensionamento. Da qui il «mostro esodati» e il balletto delle cifre sulla loro reale entità. Fra i tanti paradossi che si celano dietro le aride cifre, sicuramente si annovera la vicenda dei cosiddetti «Quota 96» della scuola, lavoratori rispetto ai quali non si è voluta nemmeno prendere in considerazione l’elementare constatazione della peculiarità dell’inizio e termine dell’anno scolastico di riferimento, ovviamente non coincidente con l’anno solare. Non è mancato provvedimento che avesse attinenza con il tema delle pensioni nel quale il Pd non abbia tentato, con appositi emendamenti, di porre rimedio a questo evidente errore. Ma, da parte del governo, non c'è stata mai la disponibilità ad accoglierne la sostanza, nonostante l’evidenza del problema. La complessiva soluzione del tema esodati è la pesante eredità che il governo uscente lascia al prossimo esecutivo. Ci auguriamo di essere chiamati dal popolo italiano a ricoprire tale ruolo e, in coerenza con la battaglia sostenuta nel corso di tutta la legislatura, porteremo avanti tutti quei provvedimenti che sanino le ferite lasciate aperte dalla riforma Fornero. Tra questi, certamente, c'è quello che riguarda i «Quota 96». Tuttavia, per correttezza e per non alimentare facili speranze, non credo che la soluzione possa essere trovata in misure di carattere amministrativo, ma necessiterà di apposite norme di legge che si facciano carico anche dei relativi oneri finanziari. Questo ciò che scrive Francesco Boccia, contestualmente, e per dimostrare che l’errore tecnico ha in effetti dell’incredibile, anche la presidente della Commissione Petizioni Europea, dopo avere rilasciato una intervista a Rai Regione Europa qualche giorno fa, interloquendo con rappresentanti del Comitato “Quota 96” , ha così commentato l’ingiustizia che riguarda circa 3500 persone :”Quella che denunciate é un´altra "svista" della Legge Fornero. La questione può e deve essere posta con urgenza al prossimo Governo nazionale. Da questa sede non mancherò di far sentire la mia e la Vostra voce denunciando la illegittimità di molte parti di quella riforma e chiamando a conforto la Commissione europea, già intervenuta recentemente su altri aspetti della stessa”. |