Cina sempre più vicina

Pasquale Almirante, La Sicilia 22.12.2013

La Cina è sempre più vicina, e non solo per l'immigrazione, ma anche per la lingua e la civiltà, tanto che il Miur sta pensando a corsi specifici di abilitazione per consentire che sia regolarmente insegnata nelle scuole come una qualunque seconda lingua straniera. D'altra parte, un miliardo e mezzo di parlanti, una economia in espansione e una cultura fra le più antiche e importanti del mondo non potevano non attirare l'attenzione di tanti giovani studenti e delle loro famiglie.

Il fulcro di questa improvvisa scoperta come sempre è il Nord e in modo particolare la Lombardia, dove la Fondazione Italia-Cina ha implementato lezioni di Mandarino in diversi istituti. Le difficoltà maggiori per gli studenti sarebbero rappresentate dalla scrittura, con i suoi 5mila caratteri, e dalla pronuncia che si basa su intonazioni. Una lingua complessa, insomma, tranne che nella grammatica e sintassi che sono invece i trabocchetti delle lingue indoeuropee. Tuttavia, sembra che nelle scuole a indirizzo linguistico del Nord si faccia a gara per trovare posto, tanto che qualche centinaio di domande non sono state accolte, mentre le richieste complessive negli ultimi 5 anni sono passate da 553 a 3.251 alunni che frequentano istituti dove si insegna il cinese (1.283 gli iscritti al primo anno). Anche le scuole sono in costante aumento: da 9 istituti dell'anno scolastico 2008-2009 a 52 nel 2012-2013. La Lombardia, con 17 scuole, è la regione in cui l'offerta è più ricca. Segue il Veneto con 8, il Piemonte con 6, Lazio e Campania con 4 e le Marche con 3. Due istituti ognuna per Abruzzo, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia. Un solo istituto in Liguria, Puglia, Sicilia e Trentino Alto Adige. Scuole in prevalenza statali, ma non mancano alcune paritarie.

«Un fenomeno destinato ad aumentare - dicono al Miur - perché facilita l'ingresso nel mondo del lavoro sia all'estero, per chi vuole trasferirsi, sia in Italia, con soggetti che hanno scambi con la Cina», che sono proprio quelli che mancano al Sud, mentre non si ricorda che fu proprio un siciliano, il puntese padre Gabrielle Allegra, il primo a tradurre, negli anni Quaranta del 900, la bibbia in cinese. Contestualmente, la ministra dell'Istruzione va in Cina a diffondere la nostra cultura e gli istituti italiani si attrezzano sia per gli esami di Stato in cinese sia per implementare stage, scambi di studenti e borse di studio.