Aninsei: per le paritarie solo lo 0,9%
della spesa per l'istruzione

da Tuttoscuola, 12.4.2013

L'assemblea nazionale dell’Aninsei (Associazione nazionale istituti non statali di educazione e di istruzione), in corso a Pescara, torna sulla questione dei contributi pubblici alle scuole paritarie.

Lo fa in occasione del convegno ‘Libertà di scelta educativa: negata o garantita?’, nel corso del quale viene sottolineato che le scuole paritarie, in Italia, “rappresentano il 12% dell'intera offerta educativa reale”, mentre i contributi pubblici di cui beneficiano costituiscono “non più dello 0,9% delle risorse totali destinate all'istruzione” consentendo così  allo Stato di risparmiare “circa sei miliardi di euro all'anno”.

All’assemblea è pervenuto un messaggio del capogruppo di Scelta civica al Senato, Mario Mauro, nel quale l’ex parlamentare europeo sottolinea la necessità di applicare “il principio di sussidiarietà al mondo della scuola” e si dice convinto che sia necessario “concedere maggiore autonomiafinanziaria agli istituti scolastici e rivisitare il sistema di finanziamento, permettendo alle famiglie di scegliere a chi destinare le proprie risorse per la formazione dei propri figli”.

Ma dai lavori dell’Aninsei sono emerse anche preoccupazioni.

Soffermandosi sulla risoluzione 1904 del 2012 del Parlamento Europeo, che sostiene la necessità della libertà di scelta educativa, il presidente dell'Aninsei Luigi Seppiacci ha affermato che la stessa “pur facendo proprio il principio di parità e sussidiarietà tra istituzioni pubbliche e private, giustifica il concetto di monopolio prevalente e preponderante dello Stato nelle istituzioni scolastiche, invertendo, di fatto, il principio di sussidiarietà”.

Secondo la senatrice Federica Chiavaroli , del Pdl, “la scuola parificata è a rischio e lo dimostra il passo indietro che si è compiuto sul piano della libertà di scelta, con il referendum sul finanziamento delle scuole paritarie che si svolgerà il prossimo 26 maggio a Bologna. Tale consultazione è lo specchio delle divisioni ideologiche e dei pregiudizi esistenti su questo tema nel nostro Paese”.