Un bambino su 4 è obeso La Tecnica della Scuola, 2.4.2013 L’obesità è un problema diffuso in tutto il mondo che colpisce gli adulti e che si sta radicando nei più giovani. Le conseguenze sulla salute non sono da prendere alla leggera, anzi, sarebbero drammatiche L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) parla addirittura di “epidemia” visto che è un problema che affligge circa 300 milioni di individui e che è in aumento perpetuo con grave nocumento anche per l’economia del paese e delle famiglie, dato che i costi sanitari legati a questa patologia incidono ormai dal 7% all’13% circa sui costi globali. Considerando in particolare l’Italia troviamo un livello alto di obesità infantile con 500.000 soggetti affetti (circa il 14% della popolazione infantile). E se si considera, come emerso in altre ricerche, che il 23,3% dei bambini italiani fra i 3 e i 6 anni è in sovrappeso o è obeso ci si rende conto di quanto il problema sia preoccupante ed eterogeneo tra le regioni dello stivale. L’obesità comporta in termini di conseguenze per la salute gravi problemi, soprattutto quando questa si presenta già in età infantile: problemi di tipo respiratorio (respirazione affannosa, apnee notturne); problemi all’apparato muscolo scheletrico (varismo, scoliosi, lordosi, piattismo etc); disturbi di carattere psicologico (scarsa autostima); precoce sindrome metabolica (ipertensione, diabete, etc); In età adulta, le conseguenze di chi è stato obeso fin da piccolo sono diverse e possono sfociare in patologie di natura cardiocircolatoria (ipertensione per esempio) ma non solo; a livello dell’apparato muscolo scheletrico vi può essere l’insorgenza di iperlordosi dovuta all’aumento del peso dell’addome prominente; oppure problemi articolari dovuti sempre al sovraccarico strutturale per esempio sugli arti inferiori, a livello del ginocchio o della caglia; a livello metabolico il rischio si traduce in rischi maggiori di insorgenza del diabete o di ipercolesterolemia (maggiore tasso di colesterolo nel sangue). In generale quindi l’obesità grave concorre anche all’incremento della mortalità. Innanzitutto l’obesità si genera nella maggior parte dei casi da un bilancio squilibrato tra il quantitativo di calorie assimilate e l’effettivo fabbisogno. In pratica: si introduce mangia molto più del necessario per vivere e ben più di quanto si brucia. Oltre che eccessiva, l’alimentazione di solito è anche di cattiva qualità: l’uso smodato di merendine, e bevande gassate è una pratica ormai molto diffusa tanto che sia negli Usa e in Francia si è dovuti arrivare a sovra tassare questi alimenti per scoraggiare il loro acquisto (soda tax). Inoltre il consiglio di inserire frutta o verdura nella dieta rimane spesso inascoltato. Sono anche da tenere in considerazione i fattori genetici e familiari: un’indagine realizzata dall’ISTAT nel 2000 ha evidenziato come il 25% dei bambini e adolescenti in sovrappeso ha un genitore obeso o in sovrappeso, mentre la percentuale dei bimbi sale ad oltre il 34% quando sono obesi o in sovrappeso entrambi i genitori. Dato che l’alimentazione e l’attività fisica incidono significativamente sul peso eccessivo, il sovrappeso e l’obesità si combattono con una dieta più equilibrata e una maggiore attività. Come segnalato anche dal Ministero della Salute e ribadito da tutti i medici, “l’esercizio fisico è di fondamentale importanza in età evolutiva, contribuendo a ridistribuire le proporzioni tra massa magra (muscolo) e massa grassa (adipe) e rendendo più attivo il bambino dal punto di vista motorio e celebrale. La campagna per portare a fare più sport i nostri bambini è iniziata già durante il fascismo, periodo in cui, ricordiamo, era obbligatorio fare attività fisica in tutte le scuole e per tutte le fasce di età. I risultati ci sono stati, oggi quasi tutti i bambini due o tre volte alla settimana fanno un’ora di attività, ma purtroppo ciò non è sufficiente per contrastare l’epidemia di sovrappeso e obesità. Purtroppo però 2 o 3 ore la settimana di attività motoria a scuola non sono sufficienti ad incidere. Interrogandoci sui motivi, sulle nostre città, sulla scuola, arriviamo a concludere che un bambino, oltre a fare sport a casa deve integrare con attività in palestra o dove possibile all’aria aperta scostandosi il più possibile da tutti quelli aggeggi elettronici (playstation, xbox, pc etc) che rendono si il giovane molto preparato dal punto di vista mentale ma lo rendono un soggetto con gravi problemi motori. Solo così si incontra una spesa energetica idonea e si può contrastare efficacemente il problema. Non dimentichiamoci poi dell’alimentazione, facendo chiaro riferimento non solo al computo calorico ma alla effettiva qualità del cibo ingerito. Serve mangiare meglio, certamente, ma pensando ai nostri bambini serve trovare soluzioni. Perciò per contrastare questa tendenza bisogna lavorare in team dove i professionisti dell’esercizio fisico collaborano con le famiglie e con i medici (nutrizionisti, medici dello sport, psicologi ecc.), superando lo scoglio delle competenze. A noi professionisti spetta mettere a disposizione il nostro sapere per aiutare le famiglie e i bambini a crescere in modo sano. |