Scuola:
Pubblicato il decreto.
Test d'ingresso, il voto di maturità pesa
Meno domande di cultura generale. All'uscita
dalle Superiori Valentina Santarpia Il Corriere della Sera, 28.4.2013 ROMA - Niente più domande sulla grattachecca ai test di ammissione alle facoltà universitarie a numero chiuso: almeno è quanto promette il decreto ministeriale varato in zona Cesarini dall'ormai ex ministro Francesco Profumo, che riduce gli stravaganti quesiti di cultura generale. Come quello sulla tipica granita romana che un paio di anni fa ha messo in crisi gli aspiranti studenti di Medicina alla Sapienza. Da quest'anno le domande saranno di meno (60 invece che 80) per tutte le facoltà (Medicina, Odontoiatria, Veterinaria, Architettura) e comprenderanno solo cinque quesiti generalisti. La logica prevarrà sugli altri argomenti, con 25 quiz su 60, ma anche le domande specifiche sulle materie di indirizzo avranno una loro importanza. Al test di Medicina e Odontoiatria ci saranno 14 domande di biologia, 8 di chimica e 8 di fisica e matematica. Gli aspiranti veterinari dovranno cimentarsi invece con 12 interrogativi di biologia, 12 di chimica, 6 di fisica e matematica.
I futuri architetti se la vedranno con 12
quiz sulla storia, 10 di disegno, 8 di matematica e
fisica. Cambiano anche i tempi della prova, che fino all'anno scorso
durava due ore: 90 minuti per tutti, anche per gli architetti che
potevano invece usufruire di 15 minuti in più.
Entro il 31 maggio il ministero
(www.miur.it) fornirà la tabella precisa per convertire
il voto di maturità in punti di partenza: uno schema articolato, che
terrà conto delle differenze di valutazione tra le scuole. Ma che,
secondo la Rete degli studenti, non è sufficiente: «Il voto
dell'esame di maturità è inattendibile e falsato da mille fattori,
come si può pensare che possa incidere sull'accesso
all'università?», si chiede il portavoce nazionale Daniele Lanni.
I risultati dei test saranno disponibili tra il 5 e il 7 agosto. E la graduatoria sarà - anche questa è una novità assoluta - su base nazionale, eliminando qualsiasi discriminazione di punteggio in base alla classifica locale. In realtà già l'anno scorso era stato fatto un passo in avanti, sulla scia della sentenza della Cassazione che aveva di fatto bocciato il sistema che permetteva ad uno studente di Bari di accedere all'università con un punteggio più basso di quello richiesto ad uno studente di Milano. Nel 2012 infatti gli studenti potevano concorrere per gruppi di università su macro-aree regionali.
Ma quest'anno si fa un ulteriore
«passo avanti per una valutazione unica e più omogenea della prova
d'ammissione», come ammette il presidente dell'Udu (Unione degli
universitari), Michele Orezzi, che però continua a ritenere il
metodo un «fattore discriminante per la mobilità degli studenti, che
è pressoché nulla» e annuncia un ricorso collettivo contro il
decreto. |