Basta con le demolizioni della scuola

di Mariaserena Peterlinda
 NOTECELLULARI – Ecco dove vive il nucleo dei colori! (M.L.), 25.4.2013

In breve: scrivo una riflessione e una motivata protesta conto quella politica che continua a distruggere scuola, pratica didattica, studenti ed insegnanti violando la costituzione italiana. Consapevole che non si può generalizzare mi rivolgo anche a chi, avendo responsabilità politiche, ha ancora a cuore la scuola

Ogni blogger, se vuole, può trovare qualcosa di positivo dal dire-fare-conoscere-parlare nel web. A me, ad esempio, capita di ritrovare i miei studenti: bellissima cosa.
Bella ed interessante soprattutto perché ho lasciato ragazze e ragazzi, adolescenti ancora spesso indeterminati, casinari, inquieti (e secondo alcuni miei colleghi decisamente “da bocciare”) e ritrovo donne e uomini, ritrovo madri e padri di famiglia, gente seria che lavora, e spesso arranca tra gli attuali difficili momenti, ma con grande dignità.

Questi uomini e donne sono formati dalla scuola (troppo poco) ma soprattutto dall’esperienza e dalla vita.

Questi uomini e donne sanno quanto può essere fondamentale la scuola per i loro figli e non si meritano il ritorno di una Gelmini o l’avvento di qualsiasi altro dilettante velleitario che, per farla corta, non sa non dico cosa sia un processo educativo, un percorso di formazione, ma nemmeno un comune curriculum.

Però stanno arrivando, se ne sentono i rumori, e occuperanno la nostra scuola, come i lanzichenecchi di Wallenstein le terre di conquista, per radere al suolo la nostra tradizione, la nostra istruzione pubblica, la nostra cultura nata da studio e pratica.

I Lanzichenecchi della politica ottusa giudicano e giudicheranno la scuola in base a “merito/non merito”, “disciplina/indisciplina”, “progetto/non progetto” ed altri stereotipi mutuati dal loro mondo perbenista, ingessato, miope, conservatore, borghesuccio, ignorante e, lasciatemelo dire, mercenario-benestante.

Ogni blogger, ripeto, può trovare, se vuole, qualcosa di positivo nel web; io ho trovato e ritrovato anche tanti delle mie ragazze e dei miei ragazzi e so per certo, per aver vissuto con loro, che la scuola poteva far di più per loro, e potrei anche dire che l’errore maggiore potremmo averlo fatto, noi prof, giudicandoli troppo presto: giudicare, infatti, non è l’eccellenza della didattica.

So però anche quanto lavoro fanno tanti docenti, so come sono in difficoltà, so che sono tra le poche categorie di professionisti che hanno il polso del cambiamento con il quale si confrontano quotidianamente e senza filtri né barriere.

Dunque non è forse stupendo pensare di appioppare a queste persone, a questi giovani e meno giovani cittadini, una come la Gelmini o come qualche professore giudicante e non praticante?

Non è forse necessario dire basta?

Si potrebbe fare almeno una legge per la scuola, una sola: chi fa il ministro del miur provenga dal nostro mondo, dalle nostre trincee, dalla nostra esperienza. Tutto il resto è bufala nociva.

E davvero basta bufale.