Ma Letta non ha più paura
Sicuro Il premier incassa la crescita della
fiducia di imprese e consumatori: di Nic. Imb. Il Tempo, 30.8.2013 È la giaculatoria che Enrico Letta ripete da quando si è insediato a Palazzo Chigi: «Ho sempre concentrato la mia azione non sulla politica o sul politichese, ma sulle cose concrete che riguardano il rilancio del nostro Paese». «Al di là del governo più debole o più forte - aggiunge intervistato dal direttore di Radiouno Antonio Preziosi durante la trasmissione Radio anch’io -, delle scadenze, del chiacchiericcio politico che in questo momento non mi interessa e lascio perdere, ci sono sette risultati importanti che riguardano l’Italia e gli italiani». Il riferimento è al Consiglio dei ministri di mercoledì. E alla misure varate tra cui l’abolizione dell’Imu. «Con la service tax - insiste - le famiglie avranno una riduzione fiscale importante e ci sarà più equità per le famiglie numerose che saranno meno penalizzate di quanto facesse l’Imu oggi. L’Italia può trovare grande giovamento dai provvedimenti varati dal governo. Apriamo la sessione autunnale di discussione sulla legge di stabilità con un respiro maggiore. Le risposte su Cig, esodati e lavoratori in difficoltà su mutui casa sono importanti, ma sono una prima risposta. Sono molto fiducioso che questo maggiore respiro e questo orizzonte più lungo ci dia la possibilità di guardare più lontano e ci permetterà di costruire una legge di stabilità con dei pilastri basati sulle riforme strutturali e sulla crescita». Insomma ciò che interessa Letta è il futuro. Che, giunti a questo punto, potrebbe essere addirittura roseo. Di certo lo è il presente visto che, in una sola mattinata, il premier incassa segnali importanti dagli indici della fiducia delle imprese e dei consumatori. Entrambi sono in crescita: quello delle imprese passa dal 79,8 di luglio all’82,2 di agosto, quello dei consumatori tocca quota 98,3 (massimo da luglio 2011). Una crescita di cui può interamente intestarsi la paternità visto che si è verificata durante il suo governo. E il ragionamento è semplice: se cominciano ad arrivare risultati economici apprezzabili sarà sempre più difficile mettere in crisi l’esecutivo. Quindi avanti con le cose da fare. Martedì, annuncia, il Cdm si riunirà di nuovo per per varare «una serie di norme funzionali ad un inizio dell’anno scolastico con dei segnali di speranza in più per il mondo della scuola che ha pagato duramente la crisi. Vogliamo dare un segnale di attenzione e di speranza, perché da una scuola che funziona dipende il futuro del nostro Paese e dei nostri figli». Subito dopo arriverà l’accelerazione sul fronte della riforma della Costituzione e, soprattutto, della legge elettorale («Settembre sarà un mese cruciale»). E quando gli si fa notare che sulla testa del governo pende la spada di Damocle della decadenza di Silvio Berlusconi, risponde: «Non temo, a maggior ragione oggi, dopo il via libera del Consiglio dei ministri sul superamento della Imu, che vicende giudiziarie possano avere una influenza sul governo». Il lodo Violante? «È una decisione che riguarda la giunta del Senato che si occupa di queste cose, non entro nel merito». L’impressione è che, giunti a questo punto, nulla possa turbare la tranquillità del premier. Anche se forse qualcosa c’è. Si tratta delle tensioni interne al suo partito. L’abolizione dell’Imu è stata vissuta dalla base, e non solo, come un «regalo» al Cavaliere. L’ennesimo. Letta non condivide questo messaggio. E oggi lo dirà chiaramente aprendo a Genova la festa democratica nazionale (alle 18 verrà intervistato dal direttore del Tg1 Mario Orfeo).
Letta cercherà di spiegare che, al contrario, quello che si sta
realizzando è il programma con cui i Democratici si sono presentati
alle elezioni: esodati, rifinanziamento della Cig, scuola, piano
casa per i giovani. Anche l’abolizione dell’imposta sulla casa, in
fondo, era un obiettivo condiviso da tutte le forze politiche.
Presto, tra l’altro, il governo cercherà di intervenire sul costo
del lavoro. Mentre si proverà in tutti i modi ad evitare l’aumento
dell’Iva. Una battaglia che il Pd sta già cercando di intestarsi.
Insomma anche i Democratici, secondo il premier, non hanno di che
lamentarsi. E lui vola già col pensiero al 2015. |