Riforma Pensioni Letta 2013: Dottor Tecnologia, 31.8.2013 Il Governo non cede. Con l’approvazione dell’abolizione della rata dell’IMU, il clima nell’esecutivo sembra leggermente migliorare e distendersi anche se altri temi caldi attendono la loro soluzione. Le riforme riprenderanno il loro cammino, esaminando le proposte parlamentari, ferme al periodo ante pausa estiva, ma anche quelle pervenute e non ancora vagliate. In primis l proposta di Cesare Damiano sulla riforma pensionistica che vorrebbe una possibilità di allontanamento dal mondo del lavoro già a 62 anni, con decurtazione del 2% dal trattamento pensionistico per anno di prepensionamento, ovvero per chi sceglie di continuare a lavorare, di farle fino a 70 anni con ricevimento di bonus per ogni anno in più di permanenza al lavoro. Dopo tante promesse, i decreti approvati prima della festività di Ferragosto, la speranza di riforme in campo pensionistico era stata improvvisamente spenta dalle dichiarazioni dei ministri soprattutto da Giovannini, unitamente al Ministro dell’economia, perché dispendiosa per le casse dello stato. Quindi marcia indietro e niente più revisioni radicali, ma solo piccole modifiche su alcuni punti di una legge che era ed è ancor oggi super contestata. Ad annunciare la notizia che ha tolto ogni ragionevole entusiasmo agli interessati è stato proprio il Ministro Giovannini che tanto dicendo sulle pensioni, ha anche precisato che le attenzioni sarebbero state puntate alle pensioni minime e alla categoria degli esodati. Tutto però rinviato al mese di settembre. In una intervista rilasciata la Sole 24 Ore Giovannini, nel rimarcare le difficoltà sociali e previdenziali dell’attuale sistema italiano, sottolinea la necessità e l’urgenza di una soluzione al sistema pensionistico italiano. Si profila a questo punto una nuova ipotesi di riforma basata su una sorta di finanziamento da concedere al lavoratore che opta per il prepensionamento: della serie, chi decide di andare in pensione prima del previsto, verrà aiutato con attenzione agli anni di anticipazione della pensione, che possono essere massimo tre, con una somma di denaro che lo stesso dovrà restituire successivamente, tramite decurtazione dal proprio assegno previdenziale. Il tutto quindi senza penalizzazioni per le casse dello stato. E i quota 96? Potrebbe essere arrivata l’ora dell’emissione di un decreto a loro favore: il 3 settembre sarà discusso al Consiglio dei Ministri programmato per tale data, che dovrà discutere del regolamento da applicare ai dirigenti del settore scuola e agli insegnanti. Si discuterà dei benefici da attuare favore della quota 96, ovvero a favore di quei dipendenti el settore scuola che al momento dell’approvazione della legge Fornero potevano andare in pensione, secondo normativa precedente, perché già in possesso di ogni requisito. Ma l’entrata in vigore della nuova normativa ha gelato tale condizione e messo in diffcioltà questa categoria costretta a rimanere in servizio per latri anni, addirittura per qualcuno la deroga è stabilita in ben 6 anni ancora di lavoro. A tanto si giunge per un errore clamoroso commesso dall’ex Ministro che non ha considerato che l’anno lavorativo dei dipendenti del comparto scuola, non è quello solare, ma termine esattamente 4 mesi prima, cioè il 31 agosto. Pertanto è a questa data che ogni scadenza per essi deve essere retrocessa, come hanno fatto notare da più parti. L’urgenza dell’approvazione dei decreti per la quota 96 se approvata al 31 agosto permetterà il “guadagno” di anno dei dipendenti che potrebbero accedere alla pensione sin dal prossimo anno; diversamente tutto slitterebbe quantomeno di 12 mesi se non di più. Come d’altronde rilevato dal Ministro Carrozza. Questo argomento che mette in fermento tutti gli interessati, nonché i parlamentari che spingono per una soluzione nel minor tempo possibile, è uno delle ragioni che se non affrontate a breve potrebbero mettere seriamente in pericolo la vita dell’attuale Governo. a tale tematica, deve aggiungersi quella dei lavoratori che hanno iniziato a lavorare molto presto, soprattutto svolgendo lavori manuali, quella dei dipendenti della Difesa che aspettano una nuova regolamentazione. Al vaglio anche la situazione dei dipendenti pubblici in esubero, ai quali non è poto alcun veto per andare in pensione secondo la vecchia disciplina pensionistica. In merito a tutte le problematiche da affrontare Giovannini ha dichiarato: ”Nel corso del mese di settembre concluderemo il lavoro e valuteremo insieme qualche elemento nella legge di stabilità o fare un provvedimento diverso”. |