Riforma Pensioni Letta 2013: Dottor Tecnologia, 2.9.2013 Ancora tante parole sulla riforma delle pensioni che il governo Letta dovrebbe partorire, ma come al solito siamo sempre al punto di partenza. Molte discussioni, qualche proposta di cambiamento anche se parziale ed alcune idee che potevano essere prese in esame come quella dell’ex ministro del lavoro Cesare Damiano esponente del PD che per un certo periodo sembrava essere quella più in auge: l’idea in grandi linee, era quella di consentire al lavoratore l’uscita anticipata rispetto al limite attualmente in vigore sino ad un massimo di 4 anni con una decurtazione pari al 2% sull’assegno inps per ogni anno lavorato in meno; nella stessa ottica veniva consentito a chi lo avesse scelto di restare al lavoro sino ai 70, beneficiando di un incentivo pari al 2% su ogni anno lavorato in più. Dopo vari tentennamenti la bocciatura definitiva a causa dei costi che secondo l’Istituto previdenziale avrebbero prosciugato le già scarse consistenze statali; per questo Enrico Giovannini cerca di correre ai ripari per attuare un minimo di controriforma alla tanto odiata Legge Fornero, che non vada ad incidere più del dovuto sui conti pubblici. L’idea piuttosto discutibile prende in esame ancora una volta l’uscita anticipata che verrebbe incentivata dallo Stato con una somma di denaro che dovrebbe poi essere restituita mensilmente tramite trattenute sull’assegno previdenziale. E’ inutile dire che nessuno farebbe salti di gioia visto che si tratterrebbe di un doppio balzello: innanzitutto il pensionato riceverebbe una pensione più bassa del previsto per le rate del prestito che dovrà restituire, e poi il suo assegno previdenziale risulterebbe inferiore a causa della minore contribuzione. Diciamo che soltanto pochi eletti potrebbero prendere in esame questa proposta, chi invece per tanti anni ha fatto enormi sacrifici per conquistarsi una pensione quasi dignitosa, difficilmente vi rinuncerà. Molto probabilmente, non essendoci nulla di concreto che possa seriamente stravolgere il sistema previdenziale, al rientro dalla pausa estiva verranno affrontate solamente tematiche scottanti come quelle dei Quota 96, dei prepensionamenti statali e degli esodati. Attenderemo ancora affinchè almeno queste questioni possano essere prese in considerazione dalla legge di stabilità per il 2014 che dovrebbe compensare i danni attuati dal decreto Salva Italia del governo Monti. Il Governo si presume comincerà a lavorare in modo da ripristinare la situazione degli esodati erroneamente stimati in difetto dalla riforma Fornero e stiamo parlando di quei cittadini in numero fra 20 mila e 30 mila unità rimasti fuori dalle varie iniziative di salvaguardia. Gli esodati rappresentano una categoria atipica generata dalla vecchia legislatura , che si è trovata di colpo senza lavoro ed ancora lontana dal traguardo previdenziale. Per questi lavoratori occorre subito correre ai ripari: anche Cesare Damiano ha voluto esprimere il suo pensiero nei giorni scorsi dichiarando che a prescindere dall’insistenza del centrodestra che pone l’attenzione solo su problematiche a senso unico, la vera emergenza appare ora l’impegno di correzione di tutto il sistema pensionistico che deve risolvere la questione degli esodati e deve farsi carico di un sistema veramente flessibile in ambito previdenziale. |