Nomine di ferragosto, Miur e Dante.
Paese amaro

di Marzio Di Mezza, 16.8.2013.

Non c'è speranza.

In questo Paese non cambieranno i criteri di valutazione per l'accesso al lavoro nemmeno con le piccole, apparenti, rivoluzioni politiche degli ultimi mesi.
Ma quali rivoluzioni? Il Movimento 5 Stelle? Non ha detto una sola parola a commento della nomina del nuovo Capo Ufficio Stampa del Miur, il Ministero retto da Maria Chiara Carrozza, Professoressa e ricercatrice di bioingegneria industriale e di biorobotica della Scuola Sant'Anna di Pisa.

Perché avrebbe dovuto commentare? Perché la nomina è arrivata il 13 agosto, ad esempio, mentre l'avviso per la selezione è del mese di giugno. Perché, ancora, come si legge nel comunicato ufficiale del Ministero, il nuovo Capo Ufficio Stampa del Miur, è stato "scelto dal Ministro Maria Chiara Carrozza dopo aver inviato una manifestazione di interesse per l’incarico in risposta all’avviso del Ministero". Una manifestazione di interesse? Ricordo che l'avviso chiedeva una sorta di Piano di Comunicazione in tre pagine oltre all'invio del CV. E infatti già l'Ordine dei Giornalisti era intervenuto ravvisando delle stranezze nelle modalità di "arruolamento"...

Ma poi, che criterio è quello basato su "una manifestazione di interesse"? Per 75mila euro di compenso all'anno immagino che siano fioccate le "manifestazioni di interesse" con l'intensità di una tempesta di neve. Soprattutto alla luce della pesante crisi occupazionale che sta uccidendo il mondo dell'informazione.

Avrebbe potuto, il Ministro Carrozza, più semplicemente ed elegantemente fare ricorso alla pratica dell'Intuitu personae, peraltro previsto nella Pubblica Amministrazione, senza mettere in scena una inutile e si spera non costosa valutazione.
Nulla da dire sul CV della collega alla quale è stato affidato l'incarico e che prenderà servizio dal 5 settembre prossimo; al nuovo Capo Ufficio Stampa, anzi, rivolgo un sincero in bocca al lupo ed esprimo tutta la mia vicinanza, personale e di categoria.
Ma sui criteri, le modalità che hanno condotto alla sua individuazione - suo malgrado, ne sono convinto - ci sarebbe tanto da dire. Se non altro perché ricordano tanto quelle designazioni, ai tempi del penta-partito, che bisognava far passare nell'anonimato e che perciò arrivavano a ridosso di ferragosto.

Del resto, il ragionamento è tanto logico, se la selezione è partita in giugno e se è stata tanto laboriosa da richiedere due mesi di attività, cosa cambiava se si rimandava l'ufficializzazione di un'altra settimana? Ancora, sempre facendo leva su pensieri spiccioli ferragostani, perché non si è fatto in modo di chiudere una settimana prima tutto il faldone, designando agli inizi di agosto il nuovo Capo Ufficio Stampa, dandole anche più tempo a disposizione per ambientarsi?

Da una ricercatrice di Bioingegneria, una docente, ci si aspettava un contributo per quella piccola rivoluzione culturale di cui tanto si sente il bisogno in questo Paese. A partire dal modus operandi.

Anche a me viene in mente Dante (il riferimento è a un tweet "mi viene da citare Dante su quanto si amaro stare in esilio #openMIUR" del Ministro Carrozza). Quando dice: "Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare".

Con amarezza.