Subito polemiche sull’accordo
Miur-Inps di Alessandro Giuliani La Tecnica della Scuola, 2.9.2012 L’iniziativa annunciata dal ministro Profumo dovrebbe essere orientata a capire chi non ha più interesse a lavorare nella scuola. La logica dice che saranno però molti pochi ad abdicare. Di Meglio (Gilda): è ovvio che per sopravvivere molti precari si arrangiano con altri lavori. Sta alimentando diverse perplessità e interrogativi la notizia fornita direttamente dal ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, attraverso l’intervista rilasciata il 1° settembre al quotidiano “La Repubblica”, riguardante la volontà del Miur di sfoltire le graduatorie pre-ruolo andando a verificare chi già svolge un’altra professione. Profumo ha annunciato di aver “fatto un accordo con l'Inps”, al fine di “valutare chi fra quei 163 mila iscritti alle vecchie graduatorie ha ancora bisogno di un posto di lavoro nella scuola. Alcuni, nel frattempo, si saranno sistemati altrove”. L’obiettivo, non ancora dichiarato ma per una parte della critica già evidente, sembrerebbe quello di cancellare dalle liste di attesa tutti coloro che non avrebbero più interesse ad entrare nella scuola a titolo definitivo. Tuttavia, poiché al momento non esistono altre indicazioni, se non quelle fornite da Profumo, non possiamo immaginare che il Miur possa cancellare la posizione dei precari in graduatoria, ad esaurimento o di merito che sia, solo perché già occupati in altri contesti professionali. Probabilmente è invece intenzione del ministero dell’Istruzione verificare, uno ad uno, tramite gli Uffici scolastici territoriali, se c’è ancora da parte loro interesse ad essere assunti nella scuola. È anche vero, in verità, che questa volontà dovrebbe essere già sufficientemente evidente, dal momento che da alcuni anni per confermare la propria posizione nelle GaE è indispensabile fare periodicamente domanda (anche per coloro che nell’ultimo periodo non hanno prodotto nuovi titoli o servizi). A meno che il ministro dell’Istruzione non si riferisse agli ultimi vincitori di concorso: quelli del ’90 e del ’99. Ma in questo caso si tratterebbe di qualche manciata di migliaia di persone coinvolte. La cui presenza o assenza nelle liste di attesa non cambia di certo la sostanza. In ogni caso molto contrariato dalle parole di Profumo è Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli insegnanti. “Troviamo curiosa – dice il sindacalista - l’intenzione del ministro di effettuare, in accordo con l’Inps, una verifica sul numero di precari in graduatoria che, in attesa di essere assunti nella scuola, hanno trovato un altro impiego. E’ ovvio che per sopravvivere molti precari si arrangiano con altri lavori, ma ciò non significa che questi colleghi debbano essere automaticamente tagliati fuori, negando loro la possibilità di svolgere la professione per la quale hanno studiato e investito tempo, passione e risorse economiche”. Oltre che, aggiungiamo noi, vinto concorsi pubblici, acquisito abilitazioni e specializzazioni specifiche per l’insegnamento scolastico. |