Scuola, OCSE: professori troppo anziani,
pochi fondi per l’istruzione

 L'Essenziale on line, 12.9.2012

In Italia ci sono insegnanti troppo anziani, la spesa pubblica per l’istruzione è troppo bassa e la laurea premia ancora troppo poco sul mercato del lavoro e, fatto ancora più grave, quasi un giovane su 4 tra i 15 e i 29 anni non studia ma neppure ha un lavoro: a fotografare, in negativo, la situazione del Belpaese è il nuovo rapporto Ocse sull’istruzione, «Education at a Glance» 2012.

Secondo le stime dell’Ocse, infatti, il 58% dei docenti di scuola secondaria ha oltre 50 anni, e solo il 10% ne ha meno di 40. «È difficile trovare una causa, probabilmente a un certo momento c’è stato un problema nel ricambio generazionale degli insegnanti», ha spiegato Eric Charbonnier, della direzione educazione Ocse. L’Italia non se la passa bene neanche per quanto riguarda la spesa per l’istruzione che nel 2009 è stata pari al 4,7% del Pil a fronte di una media Ocse del 5,8%. Rispetto al totale della spesa pubblica, quella per l’istruzione in Italia (9%) è la seconda più bassa (subito dopo il Giappone).

In Italia continua a resistere anche uno stereotipo che vede i percorsi di studio verso professioni tecniche preferiti soprattutto dai ragazzi, mentre le ragazze si immaginano più spesso un futuro nell’assistenza sanitaria. Qualsiasi percorso di studi sia scelto e portato a termine, comunque, avere in tasca una laurea non rende più facile trovare un lavoro, almeno in Italia, dove il tasso di occupazione è sceso tra il 2002 e il 2010 dall’82,2% al 78,3% per i laureati (25-64 anni) mentre per gli adulti diplomati è rimasto stabile (72,3% nel 2002, 72,6% nel 2010). I dati sulle retribuzioni indicano che i giovani laureati stentano a trovare un lavoro adeguato alla propria preparazione.

In ogni caso, la percentuale di laureati resta tra le più basse dell’area Ocse, ed è cresciuta lentamente nell’arco degli ultimi 30 anni, mentre aumenta il numero di giovani che non studiano nè lavorano: nel 2010 il 23% dei ragazzi tra i 15 e i 29 anni apparteneva alla cosiddetta generazione NEET. Una percentuale che è la quinta più alta tra i Paesi Ocse e ben al di sopra della media Ocse che si attesta al 16%.