Profumo: concorso non lede Finanza in Chiaro.it 3.9.2012 Il ministro dell'Istruzione: ''Serve un percorso di regolarizzazione. Abbiamo pianificato un primo concorso il 24 settembre che avrà ancora le regole attuali. Una seconda sessione ci sarà l'anno prossimo, e poi con regolarità ogni due anni''. "La legge è la legge: dal 1999 non abbiamo un concorso. La legge prevede poi il doppio canale: quello di svuotamento delle graduatorie e in parallelo il concorso. Io credo che sia il modo regolare per diventare un Paese normale". Lo ha detto il ministro dell'Istruzione Francesco Profumo oggi in occasione della Giornata Europea della Cultura Ebraica a Venezia. Il ministro ha spiegato: "Abbiamo pianificato adesso un primo concorso il 24 settembre che avrà ancora le regole attuali. Nello stesso tempo stiamo lavorando per il regolamento sulla base della delega Fioroni, per fare una seconda sessione di concorso l'anno prossimo all'inizio dell'estate, e poi con regolarità ogni due anni. Io credo che questo sia un modo giusto di procedere", ha affermato Profumo rispondendo così alle critiche. Quindi, secondo il ministro, il concorso "bisogna prenderlo nel modo dovuto: il Paese ha bisogno di regole e le regole debbono essere rispettate. Il Paese ha bisogno di tempi e di semplificazione. Il concorso è un concorso serio - ha ribadito con forza - ne abbiamo bisogno, questo è quello che dobbiamo lasciare come eredità al Paese". Per Profumo infatti "il concorso avrà l'obiettivo di avviare un processo e quindi non dobbiamo averne timore". "Non viene leso alcun diritto - ha rimarcato ancora - perché i precari possono rimanere all'interno delle graduatorie, oppure possono fare il concorso. E poi per quelli che sono in alto nelle graduatorie credo sia una possibilità, una chance". Alla domanda se la posizione in graduatoria sarà un criterio per il concorso, il ministro ha risposto: "Credo di no, i titoli devono essere titoli di tipo culturale, per esempio il dottorato o il master piuttosto che i lavori pubblicati. L'obiettivo del concorso è quello di avviare un percorso di regolarizzazione". Ma i precari della scuola sono sul piede di guerra e annunciano l'impugnazione del concorso, chiedono il ritiro dei tagli vecchi e nuovi, l'adeguamento degli organici e l'immissione in ruolo, come loro imprescrittibile diritto, dalle graduatorie, ''unico strumento meritocratico e trasparente, senza ulteriori, inaccettabili penalizzazioni economiche o professionali''. E invitano ''tutti i lavoratori della scuola al presidio che si terrà al Miur in occasione dell'incontro tra il ministro Profumo e i sindacati il 4 settembre, per ribadire che nessuna decisione può prescindere dalla posizione di chi nella scuola ci lavora da anni avendo già superato prove concorsuali''. ''E' falso e ridicolo - scrivono tra l'altro in un lungo documento - sostenere che non ci sono stati concorsi dal 1999 ad oggi. Le scuole di specializzazione (SSIS e Scienze della Formazione Primaria) a numero chiuso, con prova selettiva in entrata e prova finale, attivate in ossequio ad una normativa europea che mandava in cantina definitivamente la superata procedura selettiva contestata (la quale ha storicamente dato adito a fenomeni di clientelismo), hanno valore di concorso (legge 306 del 27/10/2000, art. 6 ter e legge 40 del 1990 art.4 comma 2). Non è possibile, in uno Stato di diritto, fare sperequazioni tra lavoratori con gli stessi requisiti''. I precari annunciano, perciò, che ''impugneranno il bando di concorso il giorno stesso della sua pubblicazione eventuale''. |