Concorso: la triennalità potrebbe
azzerare il prossimo bando di primavera

da Tuttoscuola, 10.9.2012

Il ministro Profumo ha riaperto la stagione dei concorsi, parlando di “uno-due” in successione: prima un concorso secondo le vecchie regole da svolgere nel corso del 2012-13 (quello atteso per il 24 settembre), poi un nuovo concorso con nuove regole da bandire nella prossima primavera e riservato agli abilitati (compresi i docenti che usciranno dai TFA).

Il concorso n. 1 (chiamiamolo così) assegnerà circa 12 mila posti a decorrere dal 1° settembre 2013; il concorso n. 2, che si svolgerà nel corso del 2013-14, assegnerà (o dovrebbe assegnare) i posti (10-12 mila) a decorrere dal 1° settembre 2014. Poiché nell’intenzione del ministro i concorsi dovranno avere cadenza biennale (o triennale), la graduatoria del concorso n. 2 sarà valida per due (o tre) anni, poi perderà qualsiasi effetto.

Il concorso n. 1, dunque, servirà ad aprire la nuova stagione della selezione per merito e, poiché, sarà immediatamente soppiantato dal concorso n. 2, avrà (dovrebbe avere) un graduatoria valida soltanto per la nomina dei vincitori 2013. Punto e basta, senza idonei, per lasciare spazio al nuovo concorso.

Ma, secondo quanto riferito dai sindacati dopo l’informativa sindacale presso il Miur, la graduatoria del concorso n. 1 – quello che sta per partire – avrà validità triennale e, quindi, servirà per coprire i posti che si libereranno nei successivi due anni con scorrimento della graduatoria degli idonei (i 12 mila che Profumo aveva previsto in blocco tutti dal 2013); posti che, invece, dovrebbero essere appannaggio del concorso n. 2 – quello che dovrebbe essere bandito in primavera con le nuove regole.

La graduatoria triennale del concorso n. 1 finirebbe per azzerare il concorso n. 2 o a renderlo pressoché simbolico e complementare, finalizzato soltanto a coprire eventualmente quelle classi di concorso non presenti nel concorso n. 1 per totale mancanza di disponibilità; per l’infanzia e la primaria il concorso n. 2 non servirebbe.

Se le cose stanno davvero così, salterebbe tutto l’impianto concorsuale di cui nelle settimane scorse il ministro ha parlato ripetutamente in convegni e interviste.

Urge un tempestivo chiarimento, prima della definizione del bando.