Anche la Lega giudica
il concorso non per i giovani

da Tuttoscuola, 28.9.2012

Il dado è tratto e il concorso è bandito, ma non per questo sono finite le critiche verso il ritorno della selezione meritocratica targata Profumo. Critiche che non mettono in discussione la scelta del concorso ma, piuttosto, i criteri e i tempi adottati nel bando.

Nei giorni scorsi la sen. Bastico aveva messo in evidenza come questo concorso non fosse stato proprio costruito per i giovani.

Dello stesso parere si è detta la Lega che, per voce del senatore Mario Pittoni, capogruppo della Lega Nord in commissione Istruzione al Senato, ha dichiarato «Le regole del "nuovo" concorso sono del 1998 e già questo la dice lunga su quello che viene presentato come un passo avanti, mentre in realtà è un brutto salto all'indietro, ignorando i giovani e soprattutto l'urgenza di definire regole più corrette per filtrare il merito e garantire omogeneità di valutazione sul territorio».

«La rabbia degli insegnanti precari - spiega il parlamentare - nasce dal fatto che non vengono rispettate nel loro insieme le quattro categorie interessate e cioè iscritti nelle graduatorie provinciali ad esaurimento, nuovi abilitati, abilitandi e non abilitati che hanno maturato un certo periodo di servizio. Quando, proprio nella nota illustrativa della proposta di riforma del reclutamento che abbiamo consegnata a Profumo, avvertivamo che “non prendere in considerazione le peculiarità anche di una sola di queste categorie, può generare scontro sociale, mettendo a rischio l’intero progetto”. Esattamente quello che sta succedendo!

Secondo Pittoni, sono imbufaliti anche i docenti di ruolo, esclusi, senza che si capisca quale riferimento legislativo consenta questa "novità" e che quindi, con l'ennesimo contenzioso, rischia di costare parecchio cara al ministero.

“Per chi viene bandito questo concorso? - si chiede l’esponente legista - “Non certo per i giovani neolaureati sprovvisti di abilitazione. E pure gli abilitati si contenderanno nell’arco di due anni una cattedra su una disponibilità complessiva sulla base dei pensionamenti di soli 11.500 posti, di cui solo un quarto al Nord. Il tutto al costo di alcuni milioni, che si poteva impiegare per potenziare il servizio.

L'appello che rivolgiamo al ministro - conclude Pittoni - è di concentrare le forze su una riforma vera, non un semplice "regolamento" che consentirebbe solo qualche ritocco a vecchi meccanismi, non in grado di evidenziare correttamente il merito».