L'intervento Prof. da 18 a 24 ore Pasquale Almirante La Sicilia, 14.10.2012 Sta facendo discutere, provocando indignazione, il dispositivo dell'aumento da 18 a 24 ore a settimana a carico del lavoro dei docenti, che il governo avrebbe inserito nella Legge di stabilità. Alcuni sindacati della scuola hanno già diffuso, ufficiosamente, il possibile testo nel quale comunque, oltre a evincersi delle contraddizioni contrattuali, si dice che l'orario di lavoro passa a 24 ore per settimana, nella evidente convinzione che i professori italiani lavorino poco e che 18 ore siano una bazzecola se riportati ai loro colleghi europei. Un carico di lavoro, si badi bene, che sarebbe ricompensato non in denaro, ma con 15 giorni in più di ferie da godere quando la scuola è chiusa, facendo in ciò riferimento al fatto che i giorni non a disposizione della scuola sono in tutto 30. Il ministro Profumo parla di un sacrifico per il bene della Patria, convinto anche lui probabilmente che 24 ore siano possibili, anche se in classe ci sono trenta alunni e anche se ciò comporterebbe 4 giorni di 5 ore e uno di 4 ore piene, senza cioè nemmeno la possibilità di un caffè o di fare pipì, visto che una classe di "potenziali facinorosi" non si può lasciare nemmeno un secondo. Ma ciò che incomincia a fare specie è pure il fatto che poca visibilità è stata data a uno studio della Uil scuola, emerso dagli ultimi dati forniti dalla banca dati europea Eurydice, con cui si dimostra che per quanto riguarda l'orario di insegnamento siamo perfettamente allineati agli altri Paesi europei. In altre parole i nostri professori stanno in classe come in Germania (qui fra l'altro le ore sono di 45 minuti), mentre fanno più ore della Francia, dell'Austria e della Finlandia. Si legge nel rapporto del sindacato: «I docenti italiani hanno un carico settimanale di ore di lezione in classe superiore alla media europea, sia nella scuola primaria (22 contro 19,6) che nella secondaria superiore (18 contro 16,3) e praticamente identico nella scuola media (18 contro 18,1) ». Di contro tuttavia i docenti italiani percepiscono lo stipendio più basso d'Europa e il loro lavoro è snobbato e messo sempre in discussione, mentre i nostri studenti quando vanno all'estero, ma anche in patria, sono i più bravi. Da qui si capisce ancora che qualcosa non funziona bene e che un meccanismo si è inceppato. Sarebbe dunque il caso che si oliasse, anche perché ormai più che al collasso la nostra scuola è del tutto svenuta: ci vorranno sali più che profumi per rimetterla in piedi? |