Scatti d’anzianità, di A.G. La Tecnica della Scuola, 3.10.2012 La Flc-Cgil sciopera. Cisl, Uil, Snals e Gilda scrivono ai Ministri dell'istruzione e della funzione pubblica per attivare il tentativo di conciliazione, preludio alla protesta più estrema. Contraria l’Anief: inutile fermarsi contro una legge approvata da due anni, l’unica strada è il ricorso di massa. Con l’inizio di ottobre torna a farsi sentire il malcontento conseguente al blocco degli scatti di anzianità. Ad esternarlo è stata dapprima la Gilda degli Insegnanti: nel corso dell’assemblea nazionale, svolta ad Amantea, i vertici del sindacato autonomo hanno ammesso di aver perso la pazienza e rotto gli indugi. Reputando, attraverso il coordinatore nazionale, Rino Di Meglio, oramai "lo sciopero necessario per ottenere il pagamento degli scatti di anzianità più volte promessi dal governo". Molto seccato si è detto anche Francesco Scrima, segretario generale della Cisl Scuola, il quale ha ricordato con un duro comunicato che “sono mesi che il ministro Profumo si dice pronto a concludere le procedure per recuperare gli scatti maturati nel 2011, ma in realtà non muove un passo. La certificazione delle economie è stata fatta, i sindacati si sono detto disponibili a trovare in sede negoziale le integrazioni necessarie, ma la trattativa non parte”. Scrima ha sottolineato che quello che manca è solo “l'atto di indirizzo del Governo all'Aran”. Anche la Cisl non intende più aspettare. “A questo punto non ci sono più ragioni che possano giustificare un ritardo così penalizzante per i lavoratori. Non possiamo accettare il mancato rispetto delle intese grazie alle quali sono stati già pagati gli scatti del 2010, né le inadempienze del Ministro rispetto agli impegni ripetutamente assunti”. Assieme a Uil Scuola, Snals e la stessa Gilda, con cui nel luglio del 2010 era stato trovato un accordo (formalizzato alcuni mesi dopo) con l’allora ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, per reperire i fondi utili a “coprire” gli scatti automatici con il 30% dei risparmi derivanti dai tagli (inizialmente destinati al merito), la Cisl ha inviato ai ministri dell'Istruzione e della Funzione pubblica la richiesta di attivare il tentativo di conciliazione, cioè l'atto preliminare a un'eventuale azione di lotta.
“La mobilitazione dei lavoratori - continua Scrima - segue un
percorso coerente e chiaro: abbiamo definito un'intesa, ci stiamo
confrontando da mesi perché si continui ad attuarla, non possiamo
accettare che venga disattesa. Chiediamo che ai vuoti annunci segua
la concretezza dei fatti”. A non credere nello sciopero è invece l’Anief. Secondo cui “scioperare contro il blocco degli scatti di anzianità della scuola è inutile, perché la legge è già stata approvata dal 2010 ed ora il Governo non fa che applicarla. L’unica possibilità che ha il personale è il ricorso di massa al tribunale del Lavoro”. L’Anief, del resto, aveva detto sin da subito che gli scatti erano irrecuperabili e che l’unica strada percorribile era quella di impugnarla attraverso ricorsi nominali. “Per questo motivo - ha dichiarato il suo presidente, Marcello Pacifico – abbiamo chiesto al tribunale del Lavoro di rendere inapplicabile, per illegittimità costituzionale, l’art. 9, della legge 122/2010 (c. 23) che espressamente vieta per il triennio 2011-2013 la firma di un Contratto collettivo nazionale di lavoro e la progressione di carriera violando ben sei articoli della Costituzione”. “Come abbiamo sempre detto - ha continuato Pacifico - per la prima volta, il Parlamento italiano in un ‘colpo’ solo ha deciso che nel nostro Paese una categoria di lavoratori dovrà lavorare per tre anni senza poter veder riconosciuto il merito del lavoro svolto (scatti di anzianità di carriera), l’adeguamento dello stipendio all’aumento del costo della vita (v. inflazione), il riconoscimento del lavoro per la pensione (i maggiori contributi versati): in poche parole, si lavorerà senza alcun riconoscimento economico, e per di più, senza poter per tutta la vita recuperare il blocco previsto”. L’Anief boccia quindi l’azione degli altri sindacati. “Ma perché solo due anni dopo ci si accorge di questa scelta scellerata e si decide di scioperare? La verità è che coloro che non vogliono soccombere - ha concluso Pacifico - ha una sola scelta: presentare ricorso in tribunale”. |