Il vero ruolo Tuttoscuola, 12.3.2012 Tra poche ore si conosceranno i dati definitivi, se pur ufficiosi, delle elezioni scolastiche per il rinnovo delle RSU. Vi saranno vincitori (tutti!), ringraziamenti agli elettori e sventolio di comunicati per il successo ottenuto. Quasi certamente vi saranno commenti verso la “casta” sindacale e controcommenti per il possibile flop di chi la voleva mandare a casa. Poi tutto rientrerà nella normalità e nel silenzio con i nuovi eletti che si prepareranno a dar vita alle relazioni sindacali di istituto (anche se 4mila di loro già a settembre non avranno alcun ruolo da svolgere perché l’istituto di appartenenza scomparirà con la nuova RSU per effetto del ridimensionamento). Già, il ruolo delle RSU nella scuola. È questa la ragione per la quale migliaia di docenti e Ata sono stati eletti per svolgere nei prossimi tre anni la funzione di rappresentanti della categoria. Una funzione chiaramente individuata da anni nel CCNL per la contrattazione integrativa di istituto. Le RSU, secondo quanto prevede il CCNL, avranno titolo a contrattare con il dirigente scolastico l’utilizzazione del personale docente, le assegnazioni del personale alle varie sedi, i criteri per la sicurezza sul luogo di lavoro, la ripartizione delle risorse del fondo d'istituto e per l'attribuzione dei compensi accessori, le modalità relative all’organizzazione del lavoro e all’articolazione dell’orario del personale. Senza contare che le RSU hanno anche il diritto di informazione preventiva e successiva (che ha quasi funzione di controllo), ad esempio, su formazione delle classi, determinazione degli organici, piano per il salario accessorio, criteri di attuazione di progetti. Come si vede la materia che riguarda effettivamente la funzione delle RSU nella scuola è ampia e dà significato al ruolo di rappresentanza degli eletti. Ma la campagna elettorale appena conclusa prima del voto della settimana scorsa ha parlato quasi esclusivamente d’altro, come se gli eletti dovessero agire per conseguire finalità sindacali nazionali e non quelle per il servizio della scuola di appartenenza. I temi prevalenti della propaganda elettorale hanno riguardato il precariato, il contratto nazionale, il reclutamento, l’organico, la carriera dei docenti ecc. Tutte materie nobili, per carità, ma che sembrano estranee o molto lontane da tutto quello che nei prossimi mesi dovranno trattare i circa 32 mila eletti.
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