La
richiesta: aumentare l'impiego produttivo Età della pensione, record all'Italia
Il rapporto di Bruxelles: dal 2020 ritiro più
tardi che nel resto d'Europa. Enrico Marro Il Corriere della Sera, 5.3.2012 ROMA - Adesso anche l'Europa prende atto, nero su bianco, che con l'ultima riforma della previdenza l'Italia avrà la più alta età di pensionamento tra i Paesi membri, uguale per uomini e donne. E ciò non accadrà chissà tra quanto ma già nel 2020. Lo certifica il Libro bianco sulle pensioni diffuso sotto la regia del commissario per l'Occupazione e gli affari sociali, László Andor. E finalmente non c'è più, come accadeva in tutti i documenti ufficiali di Bruxelles, alcuna raccomandazione all'Italia, come invece c'è per gli altri Paesi, a eccezione di Germania e Ungheria. Abbiamo insomma fatto «i compiti a casa», direbbero il presidente del Consiglio, Mario Monti, e il ministro del Lavoro, Elsa Fornero.
Secondo la
tabella di marcia della riforma, già nel 2020 l'età di
pensionamento in Italia sarà la più alta in Europa, con 66 anni e 11
mesi per uomini e donne, a fronte dei 65 anni e 9 mesi della
Germania e i 66 della Danimarca, si legge nel Libro bianco. E questo
primato si consoliderà successivamente perché la stessa riforma
prevede adeguamenti periodici dell'età di pensionamento alla
speranza di vita. Così si arriverà, secondo le previsioni, a 68 anni
e 11 mesi nel 2040, a 69 anni e 9 mesi nel 2050 e a 70 anni e 3 mesi
nel 2060, anno in cui la Germania, se non interverranno riforme,
sarà ferma a 67 anni, il Regno Unito a 68. L'aumento dell'età pensionabile è inevitabile, si sottolinea nel documento della Commissione, visto che entro il 2060 la speranza di vita alla nascita dovrebbe aumentare in Europa di 7,9 anni per i maschi e di 6,5 anni per le femmine. Le riforme serviranno inoltre a contenere la spesa, che attualmente supera in media il 10% del prodotto interno lordo (in Italia siamo intorno al 15%, ma la nostra è la società più vecchia del continente) e che arriverà «probabilmente al 12,5%» nonostante i correttivi già decisi in numerosi Paesi.
L'equilibrio
dei conti, però, non è tutto. Non a caso il Libro
bianco è intitolato a pensioni «adeguate, sicure e sostenibili».
L'adeguatezza ha a che fare con l'importo degli assegni e il tenore
di vita di 120 milioni di anziani in Europa. I sistemi
previdenziali, dice la Commissione, dovranno continuare a garantire
l'«indipendenza economica» dei pensionati. Ed è proprio sul mercato del lavoro che si sofferma la seconda parte del Libro bianco, raccomandando di «aumentare la partecipazione delle donne e dei lavoratori più anziani». Più occupazione, soprattutto se di qualità, significa infatti più entrate contributive per pagare le pensioni, oltre ad avere riflessi positivi sulla crescita e quindi sul rapporto tra spesa previdenziale e Pil. Si raccomandano quindi politiche di formazione permanente e di conciliazione tra lavoro e famiglia. Anche di questo è chiamata a occuparsi la trattativa sul mercato del lavoro tra governo e parti sociali, attualmente arenata sulla difficoltà di trovare risorse per gli ammortizzatori sociali (cassa integrazione e disoccupazione). |