Lettera
aperta al Ministro Profumo
inviata da Gioia Liberato, 4.3.2012
Serino
(Avellino) 2 Marzo 2012
Gentile Ministro
Profumo,
mi chiamo Gioia
Liberato e sono un Educatore Professionale. Le scrivo questa
lettera, per porre alla sua attenzione il problema delle scuole
situate in territori con forte disagio sociale. Prendo spunto dal
suo intervento nella trasmissione Speciale Tg1, in cui si è
discusso, in particolare, della scuola di Caivano (Napoli). Come lei
ha ben potuto rendersi conto, la situazione in alcuni territori,
soprattutto del Sud, è drammatica. Ragazzi che abbandonano il mondo
della scuola sin da piccoli, forte dispersione scolastica in
generale, contesti socio-economici tendenti alla totale esclusione
sociale e alla devianza, docenti nominati per quei territori, che
scappano dopo pochi giorni, perchè non riescono a reggerne il peso
lavorativo e umano. Come Caivano, esistono altri luoghi simili in
Italia. Ogni anno si ripresenta la stessa storia. I Dirigenti
scolastici si ritrovano da soli, perchè i docenti nominati dalle
graduatorie scappano o addirittura non accettano nemmeno la carica.
Questo non
succede soltanto nelle zone a rischio sociale, ma anche nelle scuole
dei piccoli paesi di montagna e delle isole minori, dove i Presidi
annualmente riscontrano enormi difficoltà a reperire il personale
docente, poichè pochi o nessuno è disposto a trasferirsi in tali
zone. Le scuole non possono iniziare l'attività didattica, perchè
non riescono ad assegnare la carica dalle graduatorie e nel
frattempo i bambini restano a casa, con i genitori che si
arrabbiano. A mio modesto avviso, queste anomalie tipiche della
scuola italiana, vanno risolte una volta per tutte, con l'impegno
concreto e risolutivo da parte delle istituzioni e con chi è
disposto a spendere la propria professionalità e sensibilità umana
in questi territori.
Mi creda, siamo
in tanti! Ci sono giovani laureati, disoccupati come me, che
andrebbero volentieri a lavorare stabilmente in questi posti,
garantendo impegno umano e professionalità. Purtroppo la burocrazia
italiana non lo consente, tra graduatorie infinite e, per questi
casi, inutili. Il reclutamento del personale docente mediante le
graduatorie va bene e funziona in generale, ma per questi territori
e situazioni, andrebbe pensato un sistema totalmente diverso.
Sottolineando
che per le scuole in territori a forte disagio sociale, i soli
docenti delle varie discipline curricolari sono insufficienti,
perchè c'è bisogno anche di personale specializzato e propenso ad
operare in questi ambienti, che possiede sia le conoscenze teoriche
sia le competenze pratiche, ma innanzitutto vive questo lavoro
quotidianamente come una missione quindi non scappa. L'educatore
professionale studia proprio per questo all'università, ma in Italia
resta disoccupato il più delle volte e, nel contempo, le scuole e i
ragazzi vivono nell'abbandono e nel degrado più assoluti, aspettando
le benedette graduatorie, che vengono sempre disattese. Inutile fare
progetti annuali e temporanei, la situazione va risolta una volta
per tutte, in maniera seria ed efficace. La mia proposta è questa.
Per le scuole a forte disagio sociale bisogna necessariamente creare
una lista o graduatoria a parte, dove possano liberamente iscriversi
immediatamente, senza vincoli burocratici (interminabili attese,
concorsi lunghissimi ecc) i professionisti specializzati, che hanno
voglia di lavorare in questi posti. La chiamata per il reclutamento
deve essere diretta, sotto il controllo del Ministero della Pubblica
Istruzione. Ovviamente, siccome lavorare lì è molto difficile, ai
limiti dell'impossibile, bisogna creare delle condizioni. Chi
accetta di restare e lavorare li per più di 2 anni, ha diritto
all'assunzione a tempo indeterminato. Assunzione a tempo
indeterminato non per accedere in tutte le scuole d'Italia
(altrimenti il personale scapperebbe via per andare in posti
migliori), ma sempre in zone a rischio. In pratica, un reclutamento
del personale docente e soprattutto educativo specializzato, ad hoc
per queste zone. Lo stesso vale ovviamente per le scuole di montagna
e delle isole minori.
In tal modo si
garantirebbe la continuità didattica, che è importantissima per i
ragazzi e risolverebbe definitivamente la questione. I fondi per
attuare tutto ciò dovrebbero essere facilmente reperibili, poiché le
scuole senza personale sono uno spreco e alla fine costano
decisamente di più. Inoltre, potrebbe crearsi nuova occupazione. In
Italia c'e' un paradosso: si formano ottimi professionisti laureati,
nel settore della formazione, che vanno all'estero a spendere le
proprie competenze e le scuole italiane vivono in queste condizioni
orribili. La prego, intervenga in tal senso. Un Paese che non
investe nell'educazione e nell'istruzione dei propri ragazzi, è un
Paese senza futuro.
La ringrazio per la cortese attenzione
Gioia Liberato