I laureati del MIDA: insegnare ieri e oggi inviata da Angela Veltri* Coordinatrice del MIDA della Lombardia, 19.3.3012 La mia collaborazione col Mida Precari nasce nel settembre di due anni fa, quasi per gioco, senza impegno e senza pretese, anche perché, in tutta sincerità, pensavo che il buon senso di chi ci governa avrebbe risolto la nostra questione in tempi più o meno rapidi! Ad oggi la situazione non è cambiata di molto! Non ho avuto ancora l’onore di conoscere di persona la professoressa Gasparretti, eppure ci sentiamo tutti i giorni per telefono, questo breve cappello per farvi capire lo spirito e la collaborazione di questo gruppo, che ha perseguito il solo scopo di vedere riconosciuti diritti che vengono costantemente negati eludendo addirittura le leggi! Bene, da quel non troppo lontano 2010, mi sono unita al coro e l’unione, da sempre, fa la forza, tant’è che tutti i giorni recitiamo come un mantra sempre le stesse cose, nella speranza di uscire fuori da una situazione che a mio avviso rasenta il paradosso! Personalmente, e come me tanti altri colleghi, abbiamo all’attivo anni di onorato servizio alle spalle, ricordo ancora il primo anno d’insegnamento, le colleghe più giovani avevano il doppio dei miei anni, come tanti baronetti di un feudo coltivavano solo il proprio orticello, si sentivano in diritto di stravolgere il mio orario, bloccarmi con delle supplenze assurde fuori dal servizio e varie ed eventuali che non sto qui a raccontare: anche questa è gavetta e sinceramente, per il carattere che ho, non mi dispiace neanche! Mi rammarico solo di una cosa, di non aver fatto presente che in una scuola di docenti avanti con gli anni, che per comodità qualcuno chiama saggi o insegnanti pieni d’esperienza, messi di fronte ad un pc o ad una LIM se ne uscivano fuori con le scuse più improbabili e scappavano inorriditi alla sola idea di dover sottoporsi al martirio di un foglio Word o Excel, rimpiangendo la loro vecchia Olivetti! Rimango dell’avviso che per poter comprendere, insegnare ed educare il salto generazionale non debba essere ampio, tante colleghe, recitano, dalla prima all’ultima ora sempre lo stesso rosario: andare in pensione a gambe levate! La considerazione che viene fuori è dunque questa: perché non accogliere le loro richieste e lasciare che altri prendano il loro posto, chi nel mondo della scuola ha già dato è giusto che si goda un meritato riposo! Oggi è fondamentale comprendere la differenza tra un libro cartaceo ed un edizione mista, con volontà bisogna “smanettare” il pomeriggio sul pc e capire come funziona un libro digitale con annesse esercitazioni on line, come si prepara una lezione in PPT ed integrarla, bisogna capire e comprendere che ci si relaziona prevalentemente con il digitale e se i ragazzi parlano di FB o di Twitter, bisogna sapere rispondere e non generalizzare con frasi fatte, questa è la generazioni Hi -Teck che va anche interpretata, sono “i giovani d’oggi”, quelli che non usano il diario ma l’E-book, quelli che scaricano le “App.” per imparare la storia, la geografia o il latino, quelli degli “off topic” e di Messenger, questa “meglio gioventù” ha bisogno dei pattini e non delle stampelle! Tutte queste riflessioni hanno messo a dura prova la mia pazienza da quando, dopo la chiusura delle SISS, è stato proposto un altro meccanismo infernale dall’acronimo fantasioso che lascia libero sfogo all’interpretazione – TFA - che fa comodo agli Atenei affinché “inguattino” soldi sfruttando la disperazione di chi, secondo la direttiva Europea 36/05, che prevede il riconoscimento del valore formativo ed abilitante di un’esperienza professionale di almeno tre anni, un’abilitazione già ce l’ha, poiché l’Italia è quel paese che è membro della CE a fasi alterne ed a seconda dei chiari di luna, per quel che concerne la nostra situazione non si sente in dovere di rispettarne le direttive, dall’alto della mia ignoranza mi permetto di dire che a questo punto non dovrebbe neanche sottoscriverle. In ordine di gravità, questo è solo uno degli ultimi aspetti che ci catapultano fuori dal sistema scolastico, in cui abbiamo lavorato per anni svolgendo lo stesso mestiere dei colleghi di ruolo, a mio avviso l’abilitazione c’entra poco, dopo aver partecipato a consigli, scrutinato, bocciato e promosso, firmato registri unitamente ad una mare di contratti a TI che volutamente sono stati reiterati, il Ministero della Pubblica Istruzione vorrebbe darci il ben servito come se fossimo tanti tirocinanti o peggio stagisti, sfruttati e sottopagati, ringraziandoci per il lavoro prestato e mettendoci alla porta! Io non ci sto e ripeto io non ci sto e non ci starò, mai e pretendo che questo Governo riconosca il servizio dei docenti precari senza abilitazione con almeno 360 gg di lavoro, mi appello DM 460 del Novembre 1998 infatti, in assenza delle vecchie SISS, avrebbero potuto concederci il Concorso Ordinario. Proprio perché questo non è stato fatto molti colleghi, con bagaglio in mano, hanno preferito abilitarsi in Spagna, poiché il CAP sembrava l'unica via di uscita, con l’aggravante di aver speso una marea di soldi per vedersi riconosciuto un titolo che potevano conseguire tranquillamente nel loro paese d’origine! Un corso che all'inizio durava semplicemente tre mesi, poi si è trasformato in Master con una durata di otto mesi, frequenza minima e un bel punteggio di accesso in graduatorie ad esaurimento, il tutto patrocinato dalla Comunità Europea! Quando parlo di un’Italia che appartiene alla CE a fasi alterne mi riferisco a queste porcherie a cui nessuno ha posto un freno, evidentemente, durante gli “anni ruggenti” a qualcuno faceva comodo che le cose andassero per questo verso. Potrei elencarvi una serie di proposte “scomode” che nessuno si sognerebbe di accogliere, poiché non esiste la volontà di superare l’ostacolo! Spesso mi chiedo ma i DS non potrebbero rilasciarci un certificato di idoneità/abilitazione? Potrebbe essere un’idea, chi meglio di loro potrebbe valutarci, sarebbero i più idonei a chiarire ogni dubbio sul merito e sulle competenze e, soprattutto, sarebbe davvero una valutazione sul campo, si parla tanto di valutazione dei docenti, questo potrebbe essere un inizio, probabilmente le Università non ci guadagnerebbero nulla, ma almeno avremmo risolto un problema spinoso come quello dei corsi abilitanti! La professoressa Gasparretti mi faceva notare come mai a nessuno è venuto in mente che il nostro titolo potrebbe essere convertito? Perché non si è tenuto conto che i titoli conseguiti con il Vecchio Ordinamento Universitario (DM 509/99) sono già Lauree Magistrali, superiori ad ogni altro titolo conseguito, perché non convertire gli esami del vecchio ordinamento al nuovo integrando solo quegli esami finalizzati all’insegnamento, ossia quelli previsti durante l’anno del TFA? Che non significa prendere nuovamente una LM e sostenere un anno intero di TFA! Il TFA a numero aperto (DM 4 aprile 2011 n. 139, attuazione DM 10 settembre 2010) potrebbe essere un'altra possibilità, ma mentre la laurea magistrale di nuova tipologia abiliterebbe su tutto il titolo di studio e quindi su tutte le classi di concorso in essa contemplate, il Tirocinio ne comprenderebbe solo una, ma dover superare tre prove d'accesso per potervi entrare, equivarrebbe ad un triplo carpiato. Un quiz non valuta le competenze, non dobbiamo conseguire la patente né giocare al Superenalotto e sia chiaro non ci piace “vincere facile”, come qualcuno sostiene da tempo, non permetto che ci chiamino furbi o “sanati” che pazienti e operosi come le api hanno saputo aspettare imboccando la giusta scorciatoia, qui reclamiamo ciò che ci spetta di diritto e se lo reclamiamo è perché evidentemente abbiamo ragione da vendere. Io mi reputo uguale ai colleghi che nel 2005 chiesero e ottennero il DM 85/05 perché possessori dei 360 gg, non esistono dunque figli e figliastri e aggiungo che coloro che nel 2005 frequentarono il corso abilitante in molti non possedevano neanche il requisito, ossia avevano meno di 360 gg e lo hanno comunque frequentato e successivamente sono stati inseriti nelle GE con “Riserva”, che pare non riuscissero a sciogliere neanche con i ricorsi poiché palesemente era stato dichiarato il “falso”, solo grazie all'intervento della Senatrice Vicari la matassa fu dipanata ed alcuni sono persino entrati in ruolo! In Italia la legge non è uguale per tutti e di questo ce ne siamo accorti. Non chiediamo l'ingresso in GE, siamo disposti anche ad accettare l'ingresso nelle graduatorie provinciali e la possibilità di conseguire il ruolo mediante concorso, ma vogliamo abilitarci senza selezione! Ce lo meritiamo! In virtù di ciò, come coordinatrice del MIDA precari per la Lombardia, ringrazio il Senatore Pittoni (Lega Nord) e l’Onorevole Zazzera (IDV) per aver sposato la nostra causa, con impegno si stanno muovendo su tutti i fronti affinché la nostra situazione possa essere risolta e l’esito possa capitolare a nostro favore e ringrazio gli onorevoli, Barbaro, Di Biagio, Granata, Mottola e il Senatore Valditara (FLI) per aver presentato in tempi rapidissimi una risoluzione che ha impegnato formalmente il governo a sistemare in tempi ragionevolmente bervi questa faccenda, vista l’imminente partenza del TFA che coinciderà quasi sicuramente con le date degli esami, dunque per molti di noi sarà impossibile parteciparvi. Per ultimo, ma non per importanza, ringrazio l’Onorevole Mazzoni (PDL) che in tempi da record ha presentato una interrogazione parlamentare, sensibilizzando ulteriormente il governo! Prima che politici hanno dimostrato di essere uomini nati dalla costola dei cittadini e noto con piacere che il concetto non è stato dimenticato, queste persone non hanno promesso, ma hanno dimostrato di fare. A prescindere da quale sarà il risultato abbiamo comunque sfatato un mito: non tutti i politici sono parolai! Grazie di Cuore.
|