Aiutateci a farli riflettere di Franca Valentini, 11.3.2012 All'attenzione di chi può aiutarci:
Sono un’insegnante di Scuola dell’Infanzia e scrivo a nome mio e di tante nella mia stessa condizione: avrò 58 anni di età ad aprile ed ho maturato 36 anni di contributi il 31 dicembre 2011. Non vi nascondo che vi ho già scrittoe scritto ad altri, ho provato ad aprire blog, ma il problema che vorrei sottoporvi, in questo momento dove molti faticano a trovare il pane quotidiano, se prima di quest’ultima riforma delle pensioni era serio ed importante , ora è altamente preoccupante per noi insegnanti e per i bambini che ci verranno affidati. Il problema che sollevo è questo: IL LAVORO DI EDUCATRICE DI NIDI E DI INSEGNANTE DI SCUOLA DELL’INFANZIA E’ DA CONSIDERARARSI USURANTE ( ma lo è anche, per altri motivi, quello dell’insegnante in genere). La manovra che il nuovo governo ( cambiamento tanto atteso) ha promulgato non solo alzerà per tutti l’età pensionabile, non garantendo più nemmeno i 40 anni di contributi, ma costringe molte come me a lavorare ben 43 anni arrivando, nel mio caso, a 64 anni di età. Se avrete la pazienza di leggere quanto seguirà, capirete perche sono MOLTO preoccupata per la dignità dei miei alunni e della mia salute mentale e fisica. (una cosa è fare l’impiegata, altro è fare l’insegnante di scuola dell’Infanzia!). Voglio solo ricordarvi le affermazioni fatte da alcuni a proposito dell’età pensionabile, dei cosiddetti privilegi di cui le donne non debbano usufruire e della assurdità di inserire il lavoro di insegnanti tra quelli usuranti.
Non tutti sanno,
anzi lo sanno in pochi, cosa vuol dire fare l'insegnante ed in
particolare di Scuola dell'Infanzia. Ho 36 anni di servizio e solo
57 di età e sono rimasta a lavorare in questo tipo di scuola perchè
ci credevo, perchè insieme ad altre pioniere abbiamo trasformato un
servizio che era pura assistenza e sorveglianza in una vera scuola
(che tutti ci invidiano): abbiamo studiato, sperimentato, imparato a
leggere i bisogni, a dare risposte, a progettare, a rapportarci con
i genitori ed il territorio. E' stato difficilissimo e faticoso, ma
di grande soddisfazione ma ero certa ( così erano le regole) che
quando non ce l’avrei fatta più a garantire tutto ciò sarei potuta
andare in pensione con 35 anni di servizio. Quello non era un patto
tra lo stato e me? Se avessi saputo che lo stato avrebbe cambiato i
termini, avrei cambiato scuola, o meglio mansione. Ma c'è anche l'età (la mia e quella del bambino): un bambino così piccolo ha il DIRITTO ad avere un'insegnante affettuosa e capace, ma piena di energia fisica, di pazienza, che abbia la voglia e la forza di giocare, di sperimentare e di "abbassarsi" al suo livello, di permettergli di crescere.
Io dentro la
scuola ci sto bene e ho fatto di tutto per renderla migliore: sono
stata per anni Funzione Obiettivo responsabile dell'Offerta
Formativa, sono collaboratrice di un dirigente reggente, ho sempre
partecipato agli organi collegiali, ho acquisito competenza e
professionalità e mi ritengo una buona insegnante, ma alle 4 del
pomeriggio quando riesco ad uscire dopo 6 ore di scuola sono
sfinita. Mi accorgo che con il tempo non sarò più in grado di
svolgere il mio lavoro con DIGNITA’, che i bambini hanno bisogno di
forze fresche, di figure più giovani e piacevoli (e non di un gruppo
di nonne o peggio ancora di streghe sfinite!). Le forze fisiche,
dopo anni di questo tipo di lavoro, stanno scemando ( molte di noi
hanno problemi alle corde vocali, alla schiena…) e la mente perde
elasticità, memoria, prontezza: non lavoriamo con delle pratiche ma
con bambini molto piccoli e una dimenticanza può risultare fatale. Ma ho “solo” 57 anni e si pretende di farmi lavorare altri 7 anni! Non posso andare in pensione? Se pensate che questo non sia più fattibile (ma se non vado con 36 anni di servizio, quando lavoreranno le mie figlie?), vorrei avere almeno la possibilità di restare nella scuola (fino ai 40 anni) per supportare i giovani che entreranno: fare il tutor, dare la mia competenza per la progettazione, per lo svolgimento dell'attività didattica...ma essere esonerata, al bisogno, dal lavoro con i bambini. Se non verrà prevista questa possibilità, molte di noi per problemi fisici e mentali dovranno ricorrere alle Commissioni mediche per essere esonerate dal servizio: “non più idonea a svolgere il lavoro frontale con gli alunni”. Dopo anni ed anni nella scuola affrontati con passione, professionalità, spendendo forze poco riconosciute dall’opinione pubblica ma apprezzate da bambini e famiglie, ci chiuderanno in un ufficio, occuperemo i posti degli Amministativi senza averne le competenze: non ci possono fare questo anche se senza dubbio è da preferire all’alternativa di fare del male ai nostri alunni. Vorrei aggiungere, se si pensa in coscienza, che renderci uguali nell’età pensionabile sia giusto se uguali, uomini e donne, specialmente in Italia, non lo siamo stati mai. Sicura che leggerete con attenzione la mia lettera e ve ne ricorderete nel momento dei confronti e delle decisioni. Distinti saluti a mio nome e di tutte quelle nella mia condizione. Franca Valentini |