VENETO

Una scuola su tre
non è sicura «Servono fondi»

Rapporto ufficiale del Ministero della pubblica istruzione
La Regione istituisce un’Anagrafe ma lesina le risorse

 Daniele Ferrazza Il Mattino di Padova, 30.5.2012

VENEZIA. Le scuole del Veneto sono sicure? Le scosse di ieri mattina – a scuole aperte – ripropongono in maniera drammatica il tema della sicurezza degli edifici scolastici. L’Ufficio scolastico regionale sta raccogliendo le segnalazioni giunte da tutto il Veneto per poter calibrare gli interventi da richiedere agli enti locali, competenti per la manutenzione: ma se i danni patiti questa volta sono stati relativamente modesti, secondo molti la soglia di attenzione va alzata. «Sappiamo bene che almeno un terzo delle strutture nel Veneto non rispetta le normative» dichiara Nereo Marcon, segretario regionale della Cisl scuola. Un dato confermato da un rapporto, elaborato dal Ministero della pubblica istruzione nel 2008, che descrive il Veneto come una delle regioni più bisognose di interventi strutturali: il 36 per cento delle scuole venete –1061 su 2958 plessi – non rispetta i criteri di sicurezza richiesti dalle più recenti normative. Cifre rilanciate in questi giorni dal presidente del Consiglio nazionale dei geologi, Gian Vito Graziano. E confermate dal segretario regionale della Cisl scuola: «Gran parte delle nostre scuole» spiega Nereo Marcon «sono state realizzate cinquant’anni fa e gli investimenti non sono stati adeguati all’evoluzione demografica e scolastica della nostra regione».

La pericolosità sismica di una parte del Veneto, del resto, è nota: la Pedemontana tra Vicenza, Treviso e Belluno è classificata zona a sismicità medio alta, di seconda classe. La provincia di Padova e gran parte del Veneziano è considerata zona a bassa sismicità, terza classe. La riviera adriatica e il Polesine erano classificati a grado di sismicità «irrilevante»: almeno fino a questi giorni.

Per monitorare costantemente la situazione, d’intesa con il Ministero, la Regione ha istituito da tempo un’anagrafe degli edifici scolastici, frutto di un censimento puntuale di tutti i fabbricati che ospitano scuole. Nel registro vi sono le schede con il rilievo della vulnerabilità degli edifici scolastici. Un censimento puntuale che non tiene conto però di alcuni elementi: gli investimenti per l’adeguamento e messa a norma sono di gran lunga insufficienti. «Per adeguare tutte le scuole bisognerebbe impegnare l’intero bilancio regionale» ammette Stefano Quaglia, funzionario dell’Ufficio scolastico regionale che si occupa di edilizia scolastica. «Ma in linea generale noto una tendenza, positiva, all’accorpamento degli edifici scolastici e crescenti investimenti nei poli di scuola primaria. Quanto alle scuole superiori, le Province negli ultimi anni hanno messo in campo risorse per realizzare nuovi istituti o adeguare quelli esistenti». «La situazione del Veneto non è peggiore di altre regioni» commenta Gianna Miola, dirigente regionale scolastico « Il grado di sicurezza è accettabile, anche se non bisogna abbassare la guardia rispetto alle procedure da seguire e agli adeguamenti da completare. Diciamo che una politica rivolta all’accorpamento dei piccoli istituti consente di ottimizzare le risorse verso edifici più moderni e sicuri. È una tendenza che noi incoraggiamo».