Perché non destinare i soldi da Tuttoscuola, 30.5.2012 Il Consiglio dei Ministri è riunito per decidere gli interventi di emergenza a favore delle zone colpite dal sisma in Emilia. Tra gli argomenti all’ordine del giorno era stata inserita, prima della nuova emergenza tellurica, anche la proposta del ministro Profumo per premiare il merito degli studenti neo-diplomati. Per questa operazione già denominata “studente dell’anno” sarebbero previste provvidenze varie, tra cui una borsa di studio (di importo non simbolico) e uno sconto del 30% sulle tasse universitarie del primo anno accademico. Vi dovrebbe essere uno studente da premiare per ogni istituto (gli istituti statali e paritari sfiorano le 5 mila unità); il “premio” individuale per questi cinaue mila studenti, se il riconoscimento non vuole essere pressoché simbolico, non potrebbe essere inferiore ai 5 mila euro. Prevedere un massimo di 10 mila euro a studente sembra ragionevole. Considerato, quindi, che il provvedimento del merito potrebbe comportare un onere per le casse dello Stato tra i 25 e i 50 milioni (5-10 mila euro per studente), perché, vista l’emergenza, non destinare quella somma alle scuole emiliane colpite dal sisma? Lo stesso ministro Profumo ieri, subito dopo le nuove scosse telluriche, ha parlato di priorità nella messa in sicurezza degli edifici scolastici. Dirottare 25-50 milioni dal merito agli edifici scolastici sarebbe proprio un’opera meritoria. Ultima ora. Nessun esame durante il Consiglio dei ministri di questa mattina della cosiddetta riforma del merito, annunciata nei giorni scorsi dal presidente del Consiglio Mario Monti. Della questione si riparlerà probabilmente nella prossima riunione del Governo, in programma forse già venerdì di questa settimana. Il provvedimento dovrebbe essere contenuto in un decreto legge, per essere operativo entro l'estate, visto che i sessanta giorni di tempo per la conversione scadrebbero a fine luglio, prima della pausa dei lavori parlamentari. Sempre che il ministro non cambi idea per le critiche piovute da diverse parti o non decida di dirottare le risorse ad altra finalità, come abbiamo proposta. |