Liceo Economico Sociale:
bene, ma si può fare di più

da Tuttoscuola, 24.5.2012

Dal prof. Enrico Castrovilli, presidente della Associazione Europea per l’Educazione Economica AEEE-Italia, riceviamo l’articolo che qui di seguito pubblichiamo e che sviluppa in modo compiuto il tema dell’importanza dell’educazione economica e finanziaria, del diritto e delle altre scienze sociali nell’area dei percorsi liceali. Invitiamo i lettori interessati a questo argomento ad intervenire su questo importante tema o a proporne di nuovi scrivendoci come di consueto a botta_e_risposta@tuttoscuola.com. Per eprimere pareri o brevi commenti all'articolo qui riportato può essere utilizzato anche l'apposito spazio 'Disqus' in calce all'articolo.

Il riordino Gelmini e l’economia nei Licei

A due anni dal riordino Gelmini è interessante valutare lo stato di salute dell’Opzione Economico-sociale nel Liceo delle Scienze Umane, primo tentativo nel nostro paese di costituire un liceo fondato sull’economia, il diritto e le altre moderne scienze sociali. Nella filiera tecnica e professionale il riordino ha confermato il tradizionale ruolo professionalizzante di economia aziendale, economia politica e diritto.

Gode di buona salute questa nuova Opzione liceale Economico-sociale? La risposta è per ora negativa. Gli iscritti nelle classi prime delle superiori di questo liceo non superano il 2% degli allievi. I segnali che provengono dai campus di orientamento delle scuole medie dicono che l’opzione è poco visibile e che le famiglie stentano a capire cosa si studi in questo liceo. Situazione paradossale se appena si pensi alla straordinaria rilevanza dei temi economici, dalla crisi finanziaria internazionale agli spread, ai tanti problemi sociali e giuridici dell’oggi. Su ciò tutti i nostri licei sono afoni, né l’Opzione Economico-sociale si staglia nel panorama scolastico del nostro paese come scuola che riesce a interpretare queste realtà.

Non era questo il risultato che si voleva raggiungere quando il DPR n.89 del 2010 stabilì per la prima volta in Italia la nascita tra i licei di un’Opzione Economico-sociale, con un identico numero di ore settimanali dedicate a economia/diritto e a scienze umane (psicologia, antropologia, sociologia e metodologia delle ricerca). Opzione che intendeva creare una cesura netta con il strutturale declassamento crociano dell’economia e del diritto da scienze a pure tecniche, considerate da Benedetto Croce “né morali né immorali, ma amorali”. Non va sottaciuto che la configurazione dell’Opzione e il quadro orario trovarono resistenze in licei eredi degli istituti magistrali quali quelli delle scienze sociali, dove sarebbe andata a innestarsi la nuova Opzione. Essi avrebbero preferito che l’approccio sociale predominasse su quello economico-giuridico, ma il peso di importanti stakeholder contribuì a superare queste resistenze.

Le condizioni per il rafforzamento del Liceo Economico e Sociale

La Direzione Generale per gli Ordinamenti Scolastici e per l’Autonomia Scolastica del MIUR, guidata da Carmela Palumbo, ha voluto dare un segnale di fiducia a questo nuovo liceo. Assieme ai partner della Fondazione Rosselli, tra le cui competenze vi sono attività di ricerca e progettazione in ambito educativo ed economico-finanziario, e dell’Associazione Europea per l’Educazione Economica AEEE-Italia, la principale associazione disciplinare italiana nel campo economico-giuridico-aziendale, ha deciso di ragionare sul rafforzamento di quello che può divenire un più nitido Liceo Economico e Sociale.

I seminari hanno ben lavorato, suscitando condivisioni ed entusiasmi. Ma al tempo stesso essi non hanno potuto risolvere la tensione tra questa concezione più impegnativa del LES e l’eredità dei profili e dell’utenza prevalenti prima del riordino in molti dei licei, nei quali è stata poi autorizzata l’Opzione Economico-sociale. Il lavoro sarà necessariamente di lunga lena, perché nel contesto dell’autonomia scolastica nessuna scuola può essere costretta a configurare un liceo in cui non crede e a cui non si sente preparata.

Vitale per il successo del LES è allora che vi siano licei vecchi o nuovi che condividono un profilo in uscita adatto ai tempi, qual è quello contenuto nel Regolamento, e che siano convinti che l’economia, il diritto e le scienze umane possono assieme costituire il nocciolo trainante di un moderno liceo. Il LES è scuola affascinante non tanto per la prevalenza di alcune discipline rispetto ad altre. Ma perché è un liceo basato su grappoli vivi di problemi e di domande, più che di risposte. E perché i principi educativi dell’economia e delle altre scienze sociali sono di ampio respiro, come quelli di ragionare con gli allievi sui problemi del lungo periodo, del compimento di scelte nell’uso delle risorse che tendano all’equilibrio nei comportamenti umani, come quelli di coniugare apertura mentale e rigore scientifico.

L’approccio di muoversi come su di un surf sui problemi sociali non basta. La crisi finanziaria ci ha infatti insegnato che limitare il ragionamento al breve periodo è deleterio, perché in questa logica i soldi propri e di molti rischiano di diventare strumenti di scommesse speculative. Occorre riabituare i ragazzi a leggere il passato come determinante di un presente che va progettato pensando agli esiti futuri di ciò che viene scelto di fare oggi. L’economia come scienza delle scelte non può avere la presunzione che qualche economista abbia scritto nel passato l’interpretazione giusta ai problemi dell’oggi, spesso inediti. Come l’innovazione schumpeteriana modifica il quadro delle produzioni, così le teorie economiche devono saper rileggere in modo nuovo problemi nuovi, pena la loro inutilità o peggio il diventare ideologia.

E’ da questo punto di vista che gli aspetti quantitativi, matematici e statistici assumono un ruolo centrale nel LES, perché consentono la verifica empirica di ogni correttezza teorica. Del resto molte ricerche internazionali raccontano che il successo negli studi di economia ha la sua più forte correlazione con precedenti studi matematici, più che con competenze economiche, linguistiche o informatiche.

E’ l’area matematica e statistica l’area culturalmente più vicina a quella economica e sociale ed è per questo che una delle condizioni per il successo del LES sarà che nei prossimi anni gli organi regionali competenti autorizzino l’apertura del Liceo Economico e Sociale presso i Licei scientifici. Non a caso il seminario sul LES svoltosi a Vicenza è stato organizzato dal Liceo Scientifico “Quadri”, che ha avviato con successo il LES in un forte liceo scientifico cittadino. Aprire nei nostri licei scientifici e, perché no anche classici, i Licei Economici e Sociali, creare al loro interno spazio allo studio del diritto ed all’economia, dare accoglienza ai progetti di educazione finanziaria, sarà la migliore dimostrazione che la scuola italiana è finalmente pronta ad investire nell’economia e nelle altre scienze sociali.

 

Enrico Castrovilli, Presidente AEEE-Italia