Pediatria

L'allarme Sip, bullismo si sposta
dalla scuola al web

 IGN-ADNkronos, 11.5.2012

Roma, 11 mag. (Adnkronos Salute) - Il bullo non attacca più i suoi coetanei a scuola, ma preferisce il web. Sono infatti in aumento i casi di 'cyberbullismo' e in diminuzione quelli nelle scuole medie italiane, scesi dal 61% dell'anno scorso al 53% del 2012. Se ne parla al 68esimo congresso nazionale della Societá di pediatria (Sip), che si chiude oggi a Roma.

Offese, minacce, sino a vere e proprie persecuzioni veicolate tramite gli strumenti della rete, dalle mail a Facebook: riferisce di esserne stato oggetto, o di sapere che ha interessato un amico, il 42,9% del campione preso in esame. Emerge però un positivo senso di giustizia tra i ragazzi: l'85,8% ritiene che chi 'denuncia' un comportamento persecutorio a genitori e insegnanti faccia la cosa giusta mentre solo il 10,5% lo definirebbe 'una spia' e il 10% un fifone, ma il 44% si difenderebbe da solo e solo il 34,3% informerebbe un genitore. Il 69,3% dei ragazzi, infine, valuta in maniera negativa i coetanei prepotenti che assumono comportamenti violenti, aggressivi e vessatori anche se il 27% riferisce scarso interesse al fenomeno a meno che non lo riguardi direttamente.

Il 'cyberbullismo' si muove nella pericolosa rete informatica: posta elettronica, messaggistica istantanea, blog, sms, mms. Come ogni forma di bullismo, anche il cyberbullying è un comportamento intenzionale e riguarda danneggiamenti ripetuti nel tempo, inflitti prevalentemente tramite frasi o immagini. "Il bullismo elettronico - commenta Luca Bernardo, consigliere nazionale Sip ed esperto di disagio giovanile - permette un maggiore anonimato del bullismo diretto che può far diminuire il senso di responsabilità da parte di chi agisce, permettendo l'azione prevaricante anche da parte di soggetti che nella conflittualità sociale diretta non troverebbero la forza di agire. Il bullismo elettronico inoltre, con il ruolo rivestito dall'immagine, risente più del bullismo 'tradizionale' dell'influenza dei media e delle modalità e contenuti da questi trasmessi. Non va poi dimenticato - conclude l'esperto - che il bullismo elettronico può essere maggiormente nascosto al mondo degli adulti, a causa di una generale maggiore competenza informatica e tecnologica dei ragazzi rispetto ai genitori o agli adulti in genere ed alla scarsa possibilità di controllare le comunicazioni inviate tramite internet o tramite cellulare".