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Giocare a scacchi aiuta La Stampa, 1.5.2012
torino Lo studio è stato promosso dal Comitato piemontese della Fsi (Federazione scacchistica italiana) ed è stato tracciato da Gianluca Argentin (Università di Milano Bicocca), Barbara Romano (Università di Genova e della Pennsylvania) e Alberto Martini (Università del Piemonte orientale). I bambini hanno seguito un corso di scacchi tenuto da un istruttore federale e, alla fine, sono stati sottoposti a un test (sul modello Invalsi) di apprendimento della matematica, così come i loro compagni di altre classi che, invece, torri e alfieri non li hanno maneggiati. Ne è emerso che gli scolari-scacchisti hanno risposto correttamente al 7,5% di domande in più rispetto agli altri. «L’evidenza - è la conclusione dei ricercatori - rafforza l’idea che l’insegnamento degli scacchi possa produrre effetti positivi nell’apprendimento della matematica. Non siamo in grado di dire se questi effetti si troverebbero in altre materie, come l’italiano, o in scuole meno accoglienti verso gii scacchi, ed è per questo che raccomandiamo di replicare l’iniziativa. A nostro avviso, comunque, questa esperienza dimostra che si possono eseguire sperimentazioni rigorose anche con budget molto modesti purché si adottino adeguate strategie di ricerca». Il progetto Sam, come è stato chiamato, è stato organizzato da Alessandro Dominici, istruttore federale, e ha preceduto di alcuni mesi la decisione della Commissione Europea di promuovere - insieme alla Fondazione Kasparov - l’insegnamento del “nobil gioco” nelle scuole. |