Idee & Opinioni

una Scuola per Bambini Stressati?
il Rischio della Riserva Protetta

Silvia Vegetti Finzi Il Corriere della Sera, 4.5.2012

La notizia che si è aperta a Stoccarda la prima scuola materna per bambini stressati non ci stupisce perché anche i nostri piccoli, che vivono una crisi economica più grave, mostrano sintomi di disagio che non possono essere ignorati. Più discutibile risulta averli selezionati in base alle difficoltà economiche delle loro famiglie. Benché stiano emergendo «nuove povertà», tradizionalmente l'estrema indigenza si accompagna a un basso livello di scolarizzazione e a una forte instabilità sociale, condizioni che rischiano di aumentare le tensioni scolastiche anziché allentarle.

Tuttavia è sempre importante riconoscere i problemi e cercare di risolverli. È indubbio che, in una istituzione «su misura», i bambini sono messi in condizione di ricevere cure più adeguate con risultati positivi che possono essere successivamente estesi a tutti. Troppo spesso, infatti, si ignorano i bisogni primari della prima infanzia: muoversi liberamente, attivare i sensi a contatto con gli elementi naturali - quali l'aria, la terra, l'acqua -, seguire ritmi personali, mettere alla prova le proprie potenzialità fisiche, stare con gli altri e, se lo si desidera, da soli. Inoltre, creare ambienti omogenei protegge i bambini da confronti spesso impietosi tra privilegiati e disagiati, tra chi ha di più e chi ha di meno. T

uttavia sottrarli alla varietà e alla complessità della società rischia di irrigidire i rapporti reciproci, di impoverire la comunicazione, di non stimolare i processi di adattamento, di rendere difficile vivere e superare i conflitti. Il mondo reale svolge un compito educativo essenziale e, con le sue asprezze, i bambini dovranno prima o poi confrontarsi.

Chiuderli in una «riserva protetta» rinvia un test di realtà che dovranno comunque affrontare e che può essere limitato e mediato ma non evitato. Quando saranno immessi nella scuola normale come reagiranno questi bambini? Il rischio è di istituire percorsi separati che finiscono con l' impoverire la scuola che dovrebbe invece funzionare come punto di incontro e di elaborazione delle differenze, a vantaggio di tutti.