Deciso il taglio delle Province Il Sole 24 Ore, 20.7.2012
Le Province, ha stabilito il consiglio dei ministri, dovranno avere almeno
350mila abitanti ed estendersi su una superficie territoriale non inferiore ai
2.500 chilometri quadrati. Le nuove province eserciteranno le competenze in
materia ambientale, di trasporto e viabilità (le altre competenze finora
esercitate dalle Province vengono invece devolute ai Comuni, come stabilito dal
decreto "Salva Italia"). La soppressione delle province che corrispondono alle
Città metropolitane – dieci in tutto, tra cui Roma, Milano, Napoli, Venezia e
Firenze – avverrà contestualmente alla creazione di queste (entro il 1° gennaio
2014). In cdm il Governo ha poi affrontato la questione del calendario delle
festività e delle celebrazioni nazionali, ma alla fine ha deciso di non
procedere all'accorpamento delle festività.
Il contagio è in corso, non da oggi. Lo ha ricordato il premier Mario Monti
nella conferenza stampa successiva al consiglio dei ministri. «Non abbiamo
nessuna intenzione di fare nuove manovre - ha chiarito - . Siamo sulla via
programmata per il conseguimento degli obiettivi di bilancio. Non vi é
l'esigenza di nuove manovre». Il Professore ha poi aggiunto: «dobbiamo fare di
tutto, come stiamo facendo, con grande senso di responsabilità da parte dei
cittadini e le forze politiche per uscire dalle difficoltà con le nostre forze».
Infine, un messaggio ai partiti: non devono allentare «l'impegno e il ritmo
decisionale».
«L'incontro con il Capo dello Stato - ha spiegato il presidente del Consiglio -
è stato uno dei periodici incontri che abbiamo in cui riferisco delle attività
del governo. Abbiamo parlato delle prospettive della situazione politica non di
emergenze finanziare o dl agosto».
Patrimoniale, al di sopra dei 250mila euro? «Io non l'ho sentita questa voce -
ha risposto Monti -. Non rientra nelle intenzioni, né nei programmi del governo
italiano».
Monti non ha nascosto che c'é «delusione» nel Governo «per l'andamento dello
spread e quindi dei tassi di interesse». In conferenza stampa il premier ha
individuato due ragioni per cui i mercati continuano a penalizzare l'Italia: «le
insufficienze nella governance dell'Eurozona», le cui recenti decisioni «devono
tradursi in meccanismi operativi» e «l'incertezza del quadro politico»
nazionale.
«C'è una tenuta del sistema sociale - ha poi osservato il Professore - e mi
auguro che quel senso di responsabilità che è finora prevalso anche
nell'atteggiamento sociale e sindacale, a differenza di quello che stiamo
vedendo in altri Paesi come la Spagna, mi auguro possa continuare per non
aggravare una situazione complessa».
L'esito generale della riorganizzazione delle Province, ha spiegato il ministro
della Pubblica amministrazione, Filippo Patroni Griffi nel corso della
conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri - «porterà a un numero,
con qualche unità di approssimazione, intorno alle 40 Province e alle 10 città
metropolitane». Il riordino delle Province, ha aggiunto, «deve avvenire con
legge dello Stato e per i tempi conteremmo di concludere la normativa entro
l'anno. Questo significa avere maggiore elasticità sui tempi intermedi, visto
che la riforma incide fortemente sul territorio». Il Cdm ha deciso di non procedere all'accorpamento delle festività per tre ragioni. Anzitutto - spiega una nota di palazzo Chigi - perché, secondo le stime della Ragioneria generale, la misura non dà sufficienti garanzie di risparmio. Inoltre, perché a differenza di quanto indicato dal decreto legge del 2011 nella parte in cui fa riferimento a «diffuse prassi europee», non esistono in Europa previsioni normative di livello statale che accorpino le celebrazioni nazionali e le festività dei Santi Patroni. In alcuni Paesi (ad esempio la Germania, l'Austria e la Spagna) - rileva la nota del Governo - la celebrazione delle festività dei Santi Patroni rientra nell'autonoma determinazione delle autorità locali che le fanno coincidere col giorno a questi dedicato nel calendario gregoriano. Nei Paesi anglosassoni - ad esempio in Irlanda e in Scozia - i Santi Patroni delle principali città sono riconosciuti e celebrati, con giornate festive stabilite a livello statale. Infine, si è deciso di non procedere all'accorpamento perché l'attuazione della misura nei confronti dei lavoratori privati violerebbe il principio di salvaguardia dell'autonomia contrattuale, con il rischio di aumentare la conflittualità tra lavoratori e datori di lavoro.
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