Insegnamento religione cattolica: In data 29 giugno 2012 sono state firmate due nuove intese per l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole di ogni ordine e grado, tra Angelo Bagnasco, presidente della Cei, ed il Ministro per l'Istruzione Francesco Profumo. Dal 2017 necessario il possesso di titoli accademici. di Raffaele Manzoni Notizie della scuola - Tecnodid, 2.7.2012 L’accordo intende perseguire due finalità: da una parte, ''ridefinire il profilo di qualificazione professionale dei futuri insegnanti di religione cattolica, armonizzando il percorso formativo richiesto per l'insegnamento della religione cattolica con quanto previsto, oggi, per l'insegnamento nelle scuole di ogni ordine e grado in Italia'', e, dall'altra, ''definire una nuova versione delle indicazioni per l'insegnamento della religione cattolica nel secondo ciclo, sulla base dei rinnovati documenti che il Miur ha elaborato in un quadro di riforma dell'intero sistema educativo di istruzione e formazione''. Circa il primo aspetto, ha poi aggiunto il card. Bagnasco, “l’emanazione dell’Istruzione sugli Istituti Superiori di Scienze Religiose, da parte della Congregazione per l’educazione cattolica, e l’approvazione in ambito civile dei nuovi percorsi di formazione accademica per l’insegnamento nelle scuole di ogni ordine e grado, così come i passi di riforma che hanno interessato tutto il sistema educativo di istruzione e formazione in Italia, hanno reso necessario procedere all’aggiornamento dell’Intesa in materia di insegnamento della religione cattolica, sottoscritta il 14 dicembre 1985 dal Ministro della Pubblica Istruzione e dal Presidente della Cei”. Tenendo conto, inoltre, “del nuovo assetto dei licei, degli istituti tecnici e degli istituti professionali, nonché dei percorsi di istruzione e formazione professionale”, la Cei e il Miur hanno deciso di sottoscrivere le nuove indicazioni per l’insegnamento della religione cattolica nel secondo ciclo, “differenziandole in modo tale da rispecchiare al meglio il carattere e l’impostazione culturale di ciascuna tipologia di scuola e del particolare ordinamento dell’istruzione e formazione professionale”. Il card. Bagnasco ha ricordato come la Cei si sia “costantemente” impegnata “nell’aggiornare” i programmi dell’Irc per adeguarli al processo di riforma della scuola italiana, ma anche a considerare l’Irc “espressione dell’impegno educativo della Chiesa nella scuola”. La nuova intesa, come ha precisato il Ministro Profumo, prevede che, a decorrere dal 2017, per accedere all'insegnamento della religione cattolica in ogni ordine e grado di scuola si debba essere in possesso dei titoli accademici di baccalaureato, licenza o dottorato in teologia o in altre discipline ecclesiastiche, oppure che si sia conseguita una laurea magistrale in scienze religiose secondo il nuovo ordinamento. Le novità riguarderanno in special modo l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole dell’infanzia e primaria, in considerazione che, nella scuola media e superiore, si accede già con il possesso di titoli accademici. In riferimento alla normativa attuale, rappresentata dal decreto n. 751/1985, nella scuola materna ed elementare l’insegnamento della religione cattolica può essere impartito dagli insegnanti del circolo didattico che abbiano frequentato nel corso degli studi secondari superiori l’insegnamento della religione cattolica, o comunque siano riconosciuti idonei dall’ordinario diocesano. Nel caso in cui l'insegnamento della religione cattolica non venga impartito da un insegnante del circolo didattico, esso può essere affidato: a) a sacerdoti e diaconi, oppure a religiosi in possesso di qualificazione riconosciuta dalla Conferenza Episcopale Italiana in attuazione del can. 804, par. 1, del codice di diritto canonico e attestata dall'Ordinario diocesano; b) a chi, fornito di titolo di studio valido per l'insegnamento nelle scuole materne ed elementari, sia in possesso dei requisiti indicati in precedenza, oppure a chi, fornito di altro diploma di scuola secondaria superiore, abbia conseguito almeno un diploma rilasciato da un Istituto di scienze religiose riconosciuto dalla Conferenza Episcopale Italiana. A decorrere dal 2017, come ha riferito il Ministro Profumo, verrà richiesto il conseguimento di un apposito master universitario di secondo livello in scienze religiose. Per la scuola media e superiore l’intesa del 1985 già prevede uno dei seguenti titoli accademici: a) titolo accademico (baccalaureato, licenza o dottorato) in teologia o nelle altre discipline ecclesiastiche, conferito da una Facoltà approvata dalla Santa Sede; b) attestato di compimento di regolare corso di studi teologici in un Seminario maggiore; c) diploma accademico di magistero in scienze religiose, rilasciato da un Istituto di scienze religiose approvato dalla Santa Sede; d) diploma di laurea valido nell'ordinamento italiano, unitamente a un diploma rilasciato da un Istituto di scienze religiose riconosciuto dalla Conferenza Episcopale Italiana. |