Tempi duri per chi vuole insegnare di Silvana La Porta La Tecnica della Scuola, 21.6.2012 Gli annunci ministeriali sui concorsi e sui corsi abilitanti si susseguono incessanti, ma lasciano spazio a parecchi dubbi: quante saranno le immissioni in ruolo? Quanti saranno i nuovi abilitati? Quando verranno banditi i nuovi concorsi? E’ un momento di grande confusione per i docenti aspiranti a una cattedra (e verrebbe da dire: ma quando c’è stata mai chiarezza?). In questo mare magnum prova a fare chiarezza l’Anief ritenendo che saranno immessi in ruolo alcune migliaia di vincitori di concorso e, contestualmente, su non meno del 50% dei posti disponibili, gli aventi diritto inseriti nelle GaE. I nuovi abilitati saranno 20mila con il Tfa ordinario e decine di migliaia con quello “speciale”. Tra i prossimi giugno e luglio si terranno le prove selettive per l’accesso ai corsi Tfa ordinari (per quasi 21mila posti), secondo un calendario pubblicato con l’allegato 2 del decreto 23 aprile 2012 n. 74.
Poi sarà il momento dei tanto dibattuti Tfa speciali. Per l’ottobre
prossimo è infatti atteso il provvedimento che istituisce un
percorso di abilitazione semplificato (niente prove selettive di
accesso) e ridotto (niente ore di tirocinio), riservato ai docenti
non abilitati che hanno maturato particolari requisiti (tre
supplenze di almeno 180 giorni ciascuna, nel periodo tra il 1999 e
il 2012). Per istituire i corsi Tfa c.d. ”speciali” occorreranno
modifiche (alle quali il Miur sta lavorando) al D.M. n. 249/2010. I
corsi si svolgeranno dall’inizio del 2013 e termineranno in
contemporanea con quelli ordinari; i corsisti di entrambi i Tfa
avranno accesso al concorso a cattedre di cui diciamo più avanti al
punto 4. In un’intervista a La Tecnica della Scuola (pubblicata, a firma di Daniela Girgenti, sul n. 21 del 20 giugno) egli affermava: “quando il concorso sarà terminato, i 12mila vincitori potranno essere assunti in ruolo. E altrettanti dodicimila circa verranno assorbiti attraverso le graduatorie a esaurimento… I posti che il Miur metterà a concorso riguarderanno solo le discipline che presentano vacanze sicure di posti. Ed in prevalenza le selezioni riguarderanno regioni del Nord Italia dove c’è la maggiore carenza di docenti titolari di cattedra. Il numero sarà comunque ripartito: all’infanzia andranno meno di 2mila posti, alla primaria tra i 2mila e i 3mila. Alla scuola secondaria, tra primo e secondo grado, l’altra fetta di contingente che porterà il numero complessivo di vincitori a quasi 12mila”. Ad ogni modo, i vincitori del concorso saranno assegnati su un numero di cattedre che non supererà, in percentuale, il 50% del totale di quelle disponibili nei prossimi due anni scolastici: il calcolo tiene conto, per un verso, dei pensionamenti, e per altro verso dell’effetto di coda dei tagli prodotti dal “riordino” Tremonti-Gelmini. Il concorso, cui avrebbero accesso i laureati, si svolgerebbe secondo le regole tradizionali; c’è già la copertura economica e il via libera della Corte dei Conti. Su altrettanti posti (dunque 7.400 oppure 12000) verranno nominati gli aventi diritto iscritti nelle GaE. Degli annunci su l’organico “funzionale all’autonomia” s’è perduta perfino la memoria. Primavera del 2013. Verrebbe bandito un ulteriore concorso a cattedra, in attuazione del principio (stabilito con il comma 416 dell’unico articolo della legge finanziaria 2008, legge n. 244/2007, e mai attuato) secondo cui i concorsi vanno effettuati ogni due anni. In sostanza, il primo bando aprirebbe la procedura concorsuale 2012, per posti disponibili all’agosto 2015, e il bando della primavera 2013 - che il Ministro preannuncia innovativo, a cominciare dal fatto che verrebbero ammessi solo i candidati abilitati, e che non vi sarebbero graduatorie suppletive, né residue rispetto a quella dei vincitori da assegnare alle cattedre messe a concorso - aprirebbe la procedura concorsuale 2014, per posti disponibili all’agosto 2017. Il nostro direttore, Daniela Girgenti, non a caso aveva precisato: “I concorsi, dunque, perderanno il valore abilitante (dato che l’abilitazione sarà il titolo di accesso ) e coloro che non li supereranno dovranno ripresentarsi ai nastri di partenza di una nuova selezione”. D’altra parte, la dichiarazione resa dal ministro a Daniela Girgenti era inequivocabile: ”al pubblico concorso per diventare insegnanti si accede solo dopo avere acquisito l’abilitazione, applicando la legge in vigore. Sto parlando del Testo Unico (D,L.vo n. 297/94) che all’art.402 prevede che l’accesso ai concorsi è solo appannaggio degli abilitati. E’ arrivato il momento di applicarlo”. Insomma si profilano tempi duri per chi vuole insegnare. Eppure sono in tanti ad ambire al ruolo di docenti di questa confusa scuola italiana. |