L'Unione degli Studenti Provincia di Brindisi
scrive ai Ministri Riccardi e Profumo
da
Puglialive, 14.6.2012
Gli studenti della Provincia di Brindisi, riuniti in assemblea
nonostante la fine della scuola, scrivono una lettera al Ministro
dell'Istruzione, Francesco Profumo, e al Ministro con delega alle
Politiche Giovanili, Andrea Riccardi. “è un appello per non
dimenticarsi di noi e di quanto accaduto a Melissa, “- dice Martina
Carpani, Presidente della Consulta della Provincia di Brindisi, - “
nonostante l'estate vogliamo continuare a discutere ed a riflettere
su quanto accaduto e su come concretizzare le parole che nelle
ultime settimane abbiamo pronunciato a partire dalla manifestazione
“IO NON HO PAURA”.
Vogliamo portare nelle scuole e nelle città le nostre idee per
costruire percorsi di legalità a partire da un nuovo modo di
partecipare ed essere cittadini.” E per farlo, come scrivono nella
lettera, c'è bisogno di nuovi strumenti messi a disposizione agli
studenti ed ai giovani che li rendano protagonisti. “è necessario
pensare ad un rinnovamento della scuola e del territorio che parta
dalla partecipazione di tutti. Noi vogliamo fare la nostra parte. “
- dice Francesca Rossi, Coordinatrice dell'Unione Degli Studenti
Brindisi- “Ed è fondamentale che questo percorso nasca da noi
studenti, ci coinvolga. La scuola deve essere riqualificata come
presidio di legalità. Tutto questo, ovviamente, parte da una idea di
scuola in cui si discute, si forma la coscienza critica, si insegna
la partecipazione, di una scuola che sentiamo a nostra misura.
“ Aggiunge Gabriele Gazzaneo, vice presidente della Consulta degli
Studenti: “Abbiamo bisogno, quindi, che siano ristrutturati i fondi
del DPR 567 alle scuole per promuovere dal basso progetti di
legalità e cittadinanza, per tenere le scuole aperte ed allontanare
i giovani dalla criminalità. Necessitiamo di un nuovo modo di
intendere la progettazione giovanile e di nuovi spazi di espressione
in cui incontrarsi, fare dibattiti, essere punto di riferimento per
il territorio.” Parte da Brindisi, per non dimenticare Melissa e
quanto accaduto, un appello alla cittadinanza per cambiare la
società, unire il tessuto sociale, lottare insieme contro la cultura
della violenza di ogni genere.
Un appello che nasce, come scrivono i ragazzi, dall'amore e da un
rinnovato senso di appartenenza per la scuola e per il territorio
brindisino.
Ed il messaggio ha davvero una portata nazionale, come spiega
Roberto Campanelli, membro dell'esecutivo nazionale dell'Unione
Degli Studenti:” La lettera degli studenti di Brindisi, arriva
proprio a pochi giorni dalla presentazione in Parlamento del nuovo
disegno di legge sulla scuola. Esso, però, va nella direzione
opposta rispetto alla richiesta di partecipazione espressa dai
ragazzi. Si ledono i diritti di assemblea e rappresentanza
delegandoli ai singoli Consigli dell'Autonomia – il corrispettivo
del consiglio di istituto, comprendendo però i privati-.
Bisognerebbe capire quanto la scuola sia centrale per l'educazione
alla partecipazione sociale ed alla cittadinanza.”
Di seguito il testo ufficiale :
Alla cortese attenzione,
del Ministro all'Istruzione, Università e Ricerca, Prof. Francesco
Profumo,
del Ministro per la Cooperazione Internazionale e l'Integrazione con
delega alla Gioventù, Prof. Andrea Riccardi,
Per P.C: All'Ufficio Scolastico Regionale per la Puglia – Ufficio VI
politiche per gli studenti,
All'Ufficio Scolastico Provinciale di Brindisi
Egregi Ministri,
riteniamo necessario scrivervi per mettervi al corrente di quanto si
sta discutendo in queste ore tra gli studenti di Brindisi. Abbiamo
voluto rispondere alle bombe con l'unità, con una nuova presa di
coscienza collettiva, inedita nella nostra provincia. Abbiamo
cominciato a discutere ed associarci più di prima, sentendo
fortemente la necessità di un nuovo protagonismo studentesco
finalizzato al cambiamento culturale ed alla riqualificazione della
scuola e del nostro territorio. Abbiamo cominciato una campagna
culturale forte a favore della legalità promossa dal basso, della
democrazia e della partecipazione.
Riteniamo che per combattere la violenza e l'individualismo che in
questo momento storico e sociale attanagliano la società, non si può
far altro che far partire dalle scuole un processo di cittadinanza
che si apra alle città, sviluppando le coscienza critiche per
renderci in grado di comprendere, partecipare e scegliere.
Per farlo necessitiamo di nuovi strumenti che ci permettano di
vivere la scuola in modo diverso. Nelle pagine dell' “instant book”
scritto poche ore dopo la tragedia, infatti, emerge nella
maggiorparte dei messaggi la contrapposizione tra la negatività
rappresentata dalle bombe e la positività della "solita giornata di
scuola noiosa".
Ora che ci siamo resi conto che nulla deve essere dato per scontato,
nemmeno l'andare a scuola, non possiamo più accettare che la scuola
sia espressione di noia e non di vitalità, perché è con essa che
vogliamo rispondere a questo attacco. Abbiamo rinnovato un senso di
appartenenza alla scuola forse mai provato prima, tale che non
possiamo più assistere con indifferenza agli incontri promossi nelle
nostre scuole dall'alto, non possiamo più accettare di vivere con
distacco e da esterni i momenti assembleari e di scelta, non
possiamo più ascoltare le lezioni senza che nulla ci rimanga, ma
vogliamo riempire i nostri spazi con le nostre idee e la nostra
voglia di fare. Siamo pronti alla responsabilità della cittadinanza,
di costruire ed essere società, vivere attivamente il presente a
cominciare dalle scuole.
Riteniamo necessario quindi avere maggiori strumenti per sentire la
scuola a nostra misura, poter collaborare con i docenti alla
scrittura del POF in commissioni paritetiche, rifinanziare e
potenziare il DPR 567 per poter presentare progetti sulla legalità e
sulla cittadinanza, tenere le scuole aperte, far sì che siano punto
di riferimento per allontanare i giovani dalle strade e dalla
criminalità. Infatti aprire le scuole in orari extrascolastici e
aprire i già finanziati centri contro la dispersione scolastica,
come abbiamo sperimentato la domenica dopo l'attentato, significa
pensare una scuola che non sia più intesa come luogo obbligato per
lo studio mattutino, ma uno spazio vissuto realmente dagli studenti,
con la possibilità di esprimersi, aggregarsi, promuovere incontri,
creare spazi sani di partecipazione e dibattito, presidi di legalità
nelle zone più a rischio.
Occorre pensare ad un nuovo modo di fare progettazione per i
giovani, dare loro la possibilità di proporre idee e progetti per il
miglioramento del territorio da protagonisti, ripensare nuovi spazi
di aggregazione e punti di riferimento del tutto assenti nel nostro
territorio. Creare, riflettere, studiare, crescere insieme,
esprimersi attraverso le proprie passioni, soprattutto se in spazi
confiscati alla mafia, è un modo sano di vivere la democrazia e la
partecipazione nella pratica, di essere educati a questi valori per
il nostro presente ed il nostro futuro di cittadini e classe
dirigente consapevole.
Vogliamo poter partecipare al processo di miglioramento e
rinnovamento di scuole e città, con un percorso che ci collega alla
società civile, punta ad una ristrutturazione del tessuto sociale,
ci insegna che ognuno di noi deve fare la sua parte ed essere
portatore di valori nel quotidiano per far si che non accada mai
più, che si cresca lontano da fenomeni criminali.
Noi vogliamo fare la nostra parte,ecco perché quest'estate
continueremo a discutere, incontrarci, creare e costruire. Questa
lettera, per come l'abbiamo intesa, manifesta la nostra volontà di
ristrutturazione di una scuola e di un territorio che amiamo,
tuttavia siamo certi che il nostro processo di consapevolezza possa
investire anche il paese intero.
Attendiamo le vostre risposte pratiche, sperando di potervi rivedere
presto a Brindisi e di non essere dimenticati.
Distinti saluti,
I rappresentanti delle scuole della Provincia di Brindisi,
la Consulta Provinciale degli Studenti di Brindisi.