ricerca Isfol

I giovani che abbandonano la scuola
sono scoraggiati e confusi

Un tasso del 18,8%

Stefano Rizzato La Stampa, 5.6.2012

roma
Sono scoraggiati dalle difficoltà incontrate in un percorso formativo "accidentato", oppure confusi sul loro futuro. Sono i giovani "dispersi", quelli che abbandonano gli studi, che in Italia raggiungono un tasso del 18,8%, quasi 5 punti in più rispetto alla media europea.

A indagare sulle cause dell'abbandono è una ricerca dell'Isfol (Istituto per lo Sviluppo della Formazione Professionale dei Lavoratori), "Le dinamiche della dispersione formativa: dall'analisi dei percorsi di rischio alla riattivazione delle reti di supporto", presentata oggi a Roma.

L'indagine è stata realizzata intervistando oltre 1.500 giovani usciti dalla scuola secondaria di primo grado, suddivisi in due differenti campioni: giovani diplomati, qualificati o comunque inseriti nei percorsi formativi; giovani fuoriusciti prematuramente dai percorsi.

«è un'indagine di tipo qualitativo che studia i motivi dell'abbandono tra i giovanissimi tra i 14 e i 17 anni - spiega a Labitalia Aviana Bulgarelli, direttore generale dell'Isfol - Una delle cause più rilevanti è data dalle difficoltà che i ragazzi incontrano nel percorso scolastico: un percorso accidentato, con bocciature o valutazioni basse o ritenute non corrispondenti alle aspettative, può determinare un effetto scoraggiamento».

«Ma un'altra causa di abbandono - prosegue Bulgarelli - è che alla fine della terza media molti ragazzi dicono che non sanno cosa fare, che sono confusi. Questo è un dato molto grave, perché vuol dire che questi giovani non hanno cercato né sono stati contattati da orientatori che possano supportarli nella scelta. Sono situazioni ad alto rischio di disagio sociale, mentre dovrebbero essere le prime ad avere assistenza da parte dei servizi di orientamento scolastico e al lavoro».

«Dunque, è fondamentale riattivare le reti di supporto istituzionali, perché il supporto non è necessariamente quello della famiglia», avverte.

«Ma quello che manca in Italia - rimarca - sono anche percorsi alternativi di istruzione. Per questo, è importante implementare subito l'apprendistato. Non bisogna abbandonare questi giovani a loro stessi, perch-é quello della dispersione è un problema in termini di costi umani e sociali ma anche economici».