Lettera aperta al Ministro dell'istruzione Pier Carlo Bechis La Tecnica della Scuola, 29.6.2012 Egregio Ministro, Le scriviamo per avere risposte a dubbi che sono emersi durante gli esami. L’esame di stato conclusivo della scuola secondaria di primo grado è diventato, sostanzialmente, un esame di Italiano, Matematica e lingue straniere comunitarie: la valutazione finale viene in pratica determinata dalle 5 prove scritte: Italiano, Matematica, Invalsi (che ripropone ancora Italiano e Matematica) e le 2 lingue straniere comunitarie. Le prove scritte rappresentano i 5/7 del voto finale, relegando di fatto per legge le discipline espressive-tecnico-motorie non scritte a ruolo secondario, con scarsa (se non nulla) possibilità di incidere significativamente sulla valutazione finale. Infatti solo nei restanti 2/7 (corrispondenti alla valutazione di ammissione all’esame e alla valutazione del colloquio pluridisciplinare), Musica, Strumento musicale (dove previsto), Arte, Tecnologia e Scienze motorie e sportive possono partecipare alla valutazione, mediando, però, con le altre discipline . E la formazione globale della persona? E i percorsi personalizzati dove sono finiti? La somma e la relativa media matematica di sette valutazioni che non sono e non possono essere paragonabili in misura uguale tra loro, assumono per il legislatore uguale importanza valutativa: voto di ammissione (percorso triennale e media tra tutte le discipline e comportamento), voto di italiano scritto, voto di matematica scritta, voto Invalsi (Italiano e matematica) scritto, voto lingua inglese scritta, voto seconda lingua comunitaria scritta e voto colloquio pluridisciplinare, per legge sono equamente valutabili. Il voto finale deriva quindi dalla semplice media matematica della somma delle 7 valutazioni precedentemente esplicitate. Stiamo parlando di persone o di cose? La singola prova Invalsi, come qualsiasi altra singola prova scritta, non può, in un percorso complessivo di formazione della persona, valere 1/7 del voto finale esattamente come vale 1/7 il voto di ammissione all’esame che tiene conto, però, del percorso triennale del discente, della conoscenza dell’alunno da parte dei docenti, dell’attuazione di percorsi personalizzati finalizzati al raggiungimento di obiettivi formativi e disciplinari e della media in tutte le discipline compreso il comportamento. Non le sembra palesemente ingiusto? Ancora un punto dubbio: il certificato delle competenze in tutte le discipline può risultare incongruente ( è realmente capitato) con il risultato finale dell’esame di terza media. Sappiamo che non sono accostabili, e paragonabili, ma il dubbio al genitore ( e credo anche a qualche docente…) può venire: “ Ma come, in metà delle discipline (in musica, in strumento musicale, se presente, in arte, tecnologia, motoria) mio figlio ha competenze da 10 e dato che in Italiano, matematica e lingue straniere ha solo 6 esce dalla terza media solo con 6?”
Se volevamo un esame che determinasse per legge le discipline di
serie A e quelle di serie B, allora ci siamo riusciti. Se pensiamo,
invece, che si tratti di un esame conclusivo di un percorso che vede
la persona nella sua globalità
emotiva-espressiva-cognitiva-relazionale ecc., allora crediamo debba
essere ripensato. |