Pittoni (Lega): "Ci vuole di R.P. La Tecnica della Scuola, 16.6.2012 Secondo il senatore leghista per soddisfare le spinte autonomistiche e federaliste che arrivano dal territorio ci vuole una nuova legge sul reclutamento dei docenti. L'idea di Formigoni e Aprea non è sbagliata ma va inserita in un provvedimento di più ampia portata, a prova di ricorsi. La Consulta ha bocciato la legge della Regione Lombardia in materia di reclutamento del personale docente? Niente di male, anzi questa è un’ottima occasione per rilanciare una autentica proposta federalista e autonomistica che piacerebbe anche alla Lega e potrebbe essere del tutto inattaccabile sotto il profilo costituzionale. E’ questo il senso di un comunicato del senatore leghista Mario Pittoni secondo il quale la bocciatura della legge Formigoni-Aprea era del tutto prevedibile: “Si sapeva che qualsiasi norma, pur approvata localmente, sul reclutamento degli insegnanti “da parte delle istituzioni scolastiche”, era destinata a essere cassata. La legge costituzionale n. 3 del 18.10.2001, che ha modificato il titolo V della Costituzione, sancisce infatti che allo Stato spetta la competenza legislativa esclusiva in materia di definizione delle norme generali sull’istruzione. E le modalità di reclutamento dei docenti per le scuole statali è norma generale sull’istruzione, non appartiene cioè alla legislazione regionale”. “Ma - aggiunge un po’ ironicamente Pittoni - non tutto è perduto”. E subito dopo parla del suo progetto di riforma del sistema di assunzione degli insegnanti basato su albi regionali, in linea comunque con Costituzione e norme internazionali. Il progetto contiene una disposizione che secondo Pittoni potrebbe davvero servire a quadrare il cerchio: “Ai fini dell’assegnazione di sede i docenti indicano, tra tutti i posti vacanti e disponibili, le istituzioni scolastiche in ordine di preferenza; i dirigenti scolastici, presso cui risultano vacanti e disponibili i posti utili per l’assegnazione di sede, prendono visione del profilo professionale, risultante dall’esito della prova di preparazione, dal risultato delle prove concorsuali e dai servizi di insegnamento eventualmente prestati in precedenza, dei docenti che hanno indicato l’istituzione scolastica tra quelle preferite e formulano una proposta di gradimento. Definita l’assegnazione di sede sulla base delle preferenze dei docenti e del gradimento dei dirigenti scolastici, l’ulteriore assegnazione di sede dei docenti avviene in base ai posti che risultano ancora disponibili”. Una soluzione che, secondo il senatore leghista, dovrebbe contemperare i diritti dei docenti conla possibilità per le scuole di assegnare incarichi ai docenti che più di altri sembrano adatti a realizzare il POF della scuola. Il fatto è che i tempi per approvare nuove norme in materia di reclutamento sono ormai molto ristretti. L’ipotesi più probabile potrebbe essere quella di una legge delega da approvarsi prima della pausa estiva. Ma la situazione politica complessiva rende difficile e complicata qualunque ipotesi. |