Tutte le novità della riforma delle pensioni di Giampiero Falasca Il Sole 24 Ore, 1.1.2012
Dal 1° gennaio
entra in vigore la riforma delle pensioni, contenuta nel decreto
legge 201/2011 (legge 214). Pensioni di vecchiaia con requisiti più
elevati, assegni determinati con il contributivo anche per coloro
che avevano conservato il più vantaggioso metodo retributivo,
sostanziale cancellazione per le pensioni di anzianità: sono i
principali capitoli della riforma voluta dal ministro del Lavoro,
Elsa Fornero. L'effetto delle misure previdenziali contenute nella
manovra è quello di unificare l'età di uscita dal lavoro, che a
regime (nel 2022) sarà per tutti di 67 anni, con la sola eccezione
delle persone che hanno lavorato oltre 41-42 anni (pensione
anticipata) o che hanno svolto lavori usuranti (che potranno andare
in pensione con le "vecchie" quote per le anzianità. Vediamo di
seguito le novità principali. Secondo la disciplina vigente prima della riforma Fornero (e cioè la legge 247/2007), la pensione di anzianità poteva essere conseguita se − sommando età anagrafica e anzianità contributiva − si raggiungeva un coefficiente minimo (la "quota"). Il valore della quota era destinato a crescere progressivamente negli anni, fino a stabilizzarsi nel 2013 a 97 (per i dipendenti) e 98 (per gli autonomi). L'unico caso in cui la pensione di anzianità poteva essere conseguita senza alcun collegamento con l'età anagrafica era quello in cui il lavoratore aveva maturato 40 anni di contribuzione.
La riforma ha
modificato in profondità questo sistema, cancellando la possibilità
di andare in pensione col sistema delle quote, e introducendo la
pensione anticipata, che consente di andare in pensione prima
dell'età di vecchiaia solo se si superano i 41 anni e un mese di
contributi (per le donne) e i 42 anni e 1 mese (per gli uomini).Il
requisito è destinato a crescere di un mese nel 2013 e nel 2014 ed
aumenterà con il miglioramento della speranza di vita. In ogni caso,
ci sono penalizzazioni sulla pensione per chi sceglie il
pensionamento anticipato prima dei 62 anni. La quota dell'assegno
calcolata sui contributi accumulati entro il 2011 viene infatti
tagliata dell'1% l'anno. Se si opta per andare in pensione prima dei
60 anni, la forbice sarà del 2% l'anno. Prima della riforma, l'età per accedere alla pensione di vecchiaia era fissata a 65 anni per gli uomini, quale che fosse il settore di attività, mentre per le donne si applicava un requisito differenziato in funzione del settore lavorativo. La riforma stabilisce che, dal 1° gennaio 2012, l'età di pensionamento è fissata per tutti i lavoratori dipendenti e autonomi e per le dipendenti del settore pubblico all'età di 66 anni. |