La pensione “anticipata” riduce l’assegno. di Giovanni Sicali AetnaNet 14.1.2012 La manovra Monti-Fornero ha mandato “in pensione” la pensione di anzianità, che è stata sostituita dalla “anticipata”. I requisiti, dal 2012, per accedere al pensionamento anticipato (sull’età tabellare) sono 41 anni e 1 mese per le donne e 42 e 1 mese per gli uomini. Ma uscendo così dal mondo del lavoro senza avere raggiunto i 62 anni, si incorre in riduzioni dell’1% e del 2% e oltre. Rimangono quindi due opzioni per andare in pensione: 1. In modo “ordinario”: con almeno 66 anni di età per gli uomini e le dipendenti pubbliche ( e dal 2018 anche per le lavoratrici autonome e dipendenti private) 2. In modo “anticipato”. La riforma ha cancellato definitivamente non solo le pensioni di anzianità in base alle quote (somma di età e di almeno 35 anni contributivi), ma anche le “finestre mobili” che separavano la data di maturazione dei requisiti dalla concessione dell’assegno pensionistico. Arrivano a questa redazione decine di mail di lettori. Per scelta editoriale si dà seguito a domande riguardanti il mondo della scuola e quindi ai lavoratori della conoscenza. Anche per quella serietà e che professionalità mette al primo posto il rispetto dei tanti richiedenti che vicini già al traguardo dell’agognata pensione si sono visti “scippata” e messa oltre la linea di arrivo del periodo lavorativo.
Giovanni Sicali
R./Purtroppo la tabella
pensionamento di vecchiaia per i maschi è uguale sia nel pubblico
che nel privato: per il 2012, 13, 14, 15 si prevedono 66 anni e 3
mesi effettivi alla decorrenza. Quindi, siccome per gli insegnanti
c'è una sola uscita al 1° settembre, vista la sua data di nascita
dovrà aspettare quasi un anno...
R./Sì,dai dati forniti e sulla base
dei requisiti di accesso previsti negli anni futuri, il riscatto
degli anni di laurea permetteranno di maturare prima la pensione
con44 e 8 mesi (anni di contributi previsti nel dicembre 2034)
anziché l’età per la vecchia di 68 anni e 9 mesi previsti nel 2037.
R./ Nel 2012 le lavoratrici
dipendenti della Pa potranno andare in pensione a 66 anni. Va
comunque considerato il meccanismo di adeguamento dei requisiti di
accesso al sistema pensionistico agli incrementi della speranza di
vita. Oltre a quello relativo all’età anagrafica, la pensione di
vecchiaia avrà anche un requisito contributivo. In particolare,
serve un’anzianità contributiva di almeno vent’anni.
R./ Con la manovra Monti-Fornero
l’età per la vecchiaia diventa un "requisito minimo".L’obiettivo è
quello di rendere più flessibile l’accesso al pensionamento. Il
lavoratore potrà scegliere –fino a 70anni- il momento che ritiene
più adatto per lasciare il lavoro. Chi decide di proseguire
l’attività lavorativa si vedrà calcolata la pensione con
l’applicazione dei coefficienti di trasformazione fino
all’etàdi70anni (con adeguamenti alla speranza divita). Ciò
costituisce un incentivo.
R./ La data
del 31 dicembre 2011 è, in base alle nuove norme, risolutiva.
Infatti la manovra Monti considera questa data come un vero e
proprio spartiacque. Chi ha maturato i requisiti per la pensione con
la previgente normativa – parliamo di 40 anni di contributi o quota
96 (per i dipendenti, 60anni di età anagrafica e 36 di contributi o
61 anni di età e 35dicontributi) o quota97 (per gli
autonomi, 61 anni e 36 di contributi o 62
e35) – e chi, invece, non li ha raggiunti. Per questi ultimi scatta
l’applicazione delle nuove regole che, di fatto, aboliscono la
pensione di anzianità.
P.S.
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