La Lega contraria all'inserimento
di altri docenti nelle GaE

 Tuttoscuola, 24.1.2012

Sull’ipotesi di emendamento al decreto legge “milleproroghe” che consentirebbe ad alcune migliaia di abilitati e abilitandi di entrare nelle graduatorie a esaurimento, interviene il sen. Mario Pittoni, capogruppo della Lega Nord presso la Commissione Istruzione del Senato.

Dopo aver posto diversi interrogativi sulle possibili lesioni di diritto dei docenti già iscritti nelle GaE, il senatore osserva che “Il risultato pratico della riapertura delle graduatorie ad esaurimento, sarebbe dunque solo quello di offrire alle associazioni di avvocati specializzate nel settore, un’altra occasione per intascare milioni di euro (ricordate il business sullo scontro coda-pettine?) con le decine di migliaia di ricorsi che immancabilmente verrebbero presentati dagli insegnanti delle liste ad esaurimento”.

Invece della riapertura delle Graduatorie ad esaurimento sarebbe opportuno, secondo Pittoni, scegliere un’altra strada, perché, a suo parere, “Il problema dei nuovi abilitati senza collocazione (circa 23mila) si inserisce nella più ampia questione del precariato degli insegnanti, che va affrontata alla radice varando subito il nuovo meccanismo di reclutamento già sul tavolo del ministro e sul quale sindacati (Cgil esclusa) e parti sociali si sono da tempo dichiarati pronti a discutere”.

Il progetto di riforma del reclutamento predisposto dalla Lega “prevede l’inserimento dei nuovi abilitati nella “sezione aperta” di albi a carattere regionale (libera la scelta della regione ove collocarsi). Con la particolarità che la posizione in graduatoria, e quindi l’accesso alla percentuale di cattedre assegnate (le altre andranno agli iscritti della “sezione ad esaurimento” degli albi regionali), dipenderà dal risultato della somma del punteggio base (1/5 sui titoli, 4/5 su una valutazione approfondita effettuata a parità di condizioni con gli altri iscritti all'albo regionale) con il punteggio derivante dal concorso, che sarà su direttive nazionali - uguali per tutti - ma gestito a livello regionale. Nei fatti è una sorta di “marcia di avvicinamento” non traumatica all’abolizione del valore legale del titolo di studio. Il tutto nel rispetto della nostra Costituzione e della normativa europea”.

Secondo il senatore leghista, “Con questo meccanismo chi merita non rischierà più di essere scavalcato, in quanto perdono “appetibilità” i corsi on line più o meno fasulli (spesso ridottisi a puro “mercato” dei punti) e lo scambio di favori tra strutture private e docenti (in particolare ore di insegnamento gratuite in cambio di punti). Che senso avrebbe, infatti, spendere migliaia di euro per corsi che intervengono solo su 1/5 del punteggio base e non garantiscono la preparazione necessaria per puntare a una buona valutazione nella prova di preparazione che incide per i 4/5?”